All'alba vincerò

Pubblicato il 22-04-2022

di Gian Mario Ricciardi


Uno scudo per vincere: i vaccini.
È dura, va meglio, ma non è finita. Ancora restrizioni, limitate, ma necessarie. I contagi hanno raggiunto livelli che con oltre l'85% delle persone vaccinate, non avremmo mai immaginato. Tuttavia, rispetto a un anno fa, quando i contagi giravano attorno ai 40mila e i morti erano una media di 600 al giorno, andiamo molto meglio. Questo vuol dire che i vaccini hanno fatto e stanno svolgendo la loro parte.
Non entro – perché sarebbe inutile – nelle polemiche pro o contro i vaccini, green pass, bambini e altro. Mi limito a esaminare i dati certi e i risultati della scienza.

E allora dico, sulle note di Giacomo Puccini, che “all'alba vincerò”, anzi vinceremo, stiamo già vincendo.
Insieme (quasi tutti) abbiamo ritrovato la forza di voltare pagina e abbiamo vissuto un Natale semplice ma più sereno. Semplice come tutti coloro che in questi mesi hanno speso energie e tempo per gli altri: i medici e gli infermieri negli ospedali (prima “santi subito” poi spesso denunciati), i volontari che hanno reso funzionali i centri vaccinali, portato cibo e un sorriso a chi era (e ce ne sono ancora) in quarantena, i sindaci che hanno fatto funzionare comunque “la macchina”, gli insegnanti per la dad, i ragazzi per aver accettato l'obbligo di non uscire, come il coprifuoco nelle guerre che noi, per fortuna non abbiamo visto.

È stato lungo, faticoso, incredibilmente pesante, ma siamo qui a raccontarlo e ringraziamo Dio. Sta passando (ma il colpo di coda sarà ancora impegnativo) la più grande pandemia della storia recente dai tempi della spagnola: mai visto strade così deserte, bar, ristoranti, negozi chiusi. I nostri paesi e le frazioni sembravano paesaggi lunari e lo erano. Mai visto aerei a terra, bus fermi e tutti a girare con il “lasciapassare”. No, non è finita, ma il peggio è passato.
È stato un check-up per tutto: la testa, il cuore, le mani. Una prova di maturità che certamente ha seminato effetti non ancora tutti e del tutto chiari: sono cambiati gusti, costumi, orari, stili di vita, gesti del corpo e dell'anima. Vedremo poi come.

È un nuovo inizio per tutti noi, in un certo senso superstiti di una pandemia, piombataci addosso, ancora non si sa bene come, che ci ha colti assolutamente impreparati. È una ripartenza che riaccende la speranza e illumina i sorrisi dei nostri figli e dei nipoti.
Il resto, credo, ancora una volta lo stanno facendo il genio e la fantasia degli italiani, rimettendo in moto un'economia congelata. In fondo, quando sarà finita (la pandemia non il Covid che, forse, ci porteremo dietro a lungo come tante altre malattie bloccate dai vaccini), ci sarà un altro dopoguerra.
A quello siamo arrivati con le pezze sul sedere, i cappotti e i vestiti rivoltati; al prossimo ci approdiamo devastati dentro, ma sono sicuro che, anche stavolta, troveremo la stessa forza di allora per “voltare pagina”.


Gian Mario Ricciardi
NP gennaio 2022

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