Crimini di speranza
Pubblicato il 18-12-2023
Dopo il Covid, sia pure tra burrasche di delusioni, ecco il primo autunno-inverno con tanti cammini di speranza, nonostante i nuovi orrori dell’odio in Medioriente, un’economia fragilissima, tante paure che s’aggiungono a quelle vecchie, una scala di valori sempre più insidiata dal relativismo, una grande ricerca del pianeta sano, una minor sete di Dio. Ma anche, forse, il ritorno di una forte voglia di andare oltre le apparenze e un recupero iniziato di profonda interiorità, cioè un’anima rinnovata dopo anni di desertificazione.
La sanità non ha avuto i tagli ma 5 miliardi in manovra che, ovviamente, riusciranno o non riusciranno a cancellare le liste d’attesa e gli interventi rinviati non sono polvere. È una goccia, ma è qualcosa al di là delle cocenti mistificazioni che leggiamo ogni giorno come se fossimo senza occhi e privi di orecchie. I trasporti purtroppo costano di più anche se le promesse parlano di mezzi nuovi sia su gomma che su rotaia. Vedremo!
Gli effetti della guerra in Ucraina diminuiscono, crescono invece quelli dal Medioriente in fiamme. Tuttavia gli sforzi di pace si moltiplicano come le preghiere. La folla all’Arsenale della pace qualche settimana fa, parla da sola.
L’inflazione frena ma resta alta e colpisce come sempre i più poveri.
L’economia rallenta ma prima (diciamola tutta!) era drogata dal superbonus.
I centri d’ascolto hanno riaperto tutti (o quasi) e la ricostruzione delle relazioni sociali è cominciata e, piano piano, procede, soprattutto per i tanti giovani disturbati dal Covid.
Gli oratori, dovunque in Italia (ma tanto in Piemonte), si stanno sostituendo a regione, comuni, province con mense, doposcuola, animazioni con uno sforzo dei volontari che, però, va alimentato. I cortili si rianimano come nell’Ottocento dei santi sociali.
La cultura, per fortuna, si sta riprendendo i suoi spazi. A scuola e fuori, sia pure nel mare di mancanze di risorse e strategie, si stanno riscoprendo i talenti dopo decenni di conformismo.
È ora di prenderne atto mentre, piano piano, si stanno riscoprendo i sogni, quelli che hanno fatto grande l’Italia dei visionari illuminati (da Adriano Olivetti a Michele Ferrero) e tanti di noi.
L’immigrazione sembra gestita in modo meno improvvisato, ferma restando la brutalità di molte nazioni come Francia e Ungheria. Certo, fatti come quelli di Bruxelles non aiutano la solidarietà.
La nuova mentalità ambientale e di buon senso cresce, anche grazie a Papa Francesco. Un buon segnale! È tornata, un po’ dovunque, la “gioia di vivere” (con Dio è meglio!) che si era molto affievolita.
Tutto è pronto per un autunno tra le burrasche ma anche per un “bell’inverno”. Però bisogna continuare a seminare speranza, condivisione e quei sorrisi che non fanno rumore ma tanta strada nei cuori.
Gian Mario Ricciardi
NP Novembre 2023