INDIA - BANGLADESH

Pubblicato il 30-04-2021

 

DALIT

Quello dei Dalit, gli ‘oppressi’, è un dramma di dignità negata e sfruttamento.

Con importanti progetti è stato possibile ‘ricostruire’ dignità e vita in un tempo di emergenza; con diverse collaborazioni continua l’impegno per informare, e offrire nuove risposte.

Progetto attivo dal 2005, e a continuare

Anche se il mondo non manca certo di situazioni gravi ed estreme, è difficile poter pensare che una come quella dei Dalit, letteralmente gli “oppressi”, ancora oggi possa esistere.

Il loro dramma affonda nella storia. In India, sono i ‘fuoricasta’ dell’induismo, esclusi di fatto da ogni diritto umano nella stratificazione sociale. Ma, anche se una certa tradizione religiosa è portata come giustificazione del loro destino terreno, il perpetuarsi della loro condizione ha motivazioni più prosaiche: lo sfruttamento spietato ma in qualche modo ‘legittimato’ di una enorme massa di persone. Molti tra i ‘Dalit’ appartengono ad altre confessioni religiose, e sono incluse anche le genti tribali in tutto il subcontinente indiano. Complessivamente, sono oltre 200 milioni le persone in questa miserevole condizione. Che implica dover vivere in isolamento rispetto al resto della società, fuori dai villaggi, senza poterne usare le strade, le fontane, umiliati e esposti ad ogni violenza, senza poter gestire o partecipare ad attività economiche e accedere alla scuola. Sono loro riservate attività ‘impure’ – spazzini, lavandai, conciatori… - remunerate miseramente.

In India dal tempo dell’indipendenza, grazie all’impegno di Gandhi e del loro rappresentante, il dr. Ambedkar, tutto ciò è illegale, sancito dalla Costituzione stessa del Paese – “L'intoccabilità" è abolita e la sua pratica in ogni forma è proibita” -, e da vari altri provvedimenti legislativi adottati da lungo tempo. Ma, nei fatti, i Dalit restano anche oggi poco o nulla tutelati, e la loro stessa maggiore consapevolezza e iniziativa riguardo diritti e condizioni di vita più umane, alimenta intolleranza ed estremismo.

Il perpetuarsi di esclusione e diseguaglianza resta peraltro un pesante ostacolo ad un reale sviluppo umano ed economico di Paesi e società, che sotto questo peso stentano nel tempo a far valere tutte le loro potenzialità.

 

RICOSTRUIRE DIGNITA'

Dalla presenza in India subito dopo il disastroso tsunami del 26 dicembre 2004, con i significativi incontri avuti, abbiamo potuto avviare e realizzare importanti progetti sulle coste del Tamil Nadu. 

Assieme alla VRO – Village Reconstruction Organisation fondata nel 1969 dal Padre Michael Windey s.j abbiamo ricostruito il villaggio di Mahadevipatnam, per 60 famiglie dalit. E’ una organizzazione ecumenica e interreligiosa che agisce sistematicamente nel miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli villaggi. Secondo il metodo della VRO, la ‘ricostruzione’ di un villaggio non si limita alle sue abitazioni ma è rivolto alla comunità che le abita, promuovendone un nuovo tempo attorno a valori e conoscenze: nato come risposta ad una emergenza, l’intervento è strutturato per creare condizioni di un nuovo e durevole sviluppo umano.

Altro incontro importante, il DHRC – Dalit Human Rights Centre di Chengalpattu, fondato nel 1990 e diretto dal Padre Yesumarian Lyma s.j, lui stesso un Dalit, e avvocato. Il DHRC fornisce assistenza legale a poveri, in particolare donne, nei frequenti casi di controversie e azioni nei loro confronti, ed episodi di violenza; promuovendo la formazione di giovani legali, anche tra i Dalit stessi, nelle università e poi sul campo. Sostiene movimenti comunitari, anche tramite formazione soprattutto alle donne, e offrendo aiuti nelle emergenze, che spesso colpiscono i Dalit – abitando i terreni di minor valore, sono più esposti alle alluvioni che sovente seguono la stagione monsonica. Assieme è stato ricostruito il villaggio di Sasuvi Nagar, per 90 famiglie Dalit. La realizzazione di case e strutture come accesso all’acqua, in questo caso non è stato il solo impegno: con una lunga azione è stato poi necessario difenderle da una azione proditoria di soggetti che illegalmente e con violenza se ne erano appropriati occupandole, agendo fino alla Corte Suprema per recuperarle per i reali beneficiari.

Più recente l’incontro con l’Associazione Dalit del dr. Swapon Kumar Das, che opera in Bangladesh, a Khulna e nel sudovest del Paese, coinvolgendo alcune decine di migliaia di famiglie. Un organizzato attivismo in molti ambiti, per lo stabile miglioramento in molte vite: si parte dalla scuola, ad ogni livello, dalla tutela della salute, acqua sicura nei villaggi, formazione sia in ambiti tradizionali che innovativi. In questo tempo, offre assistenza sanitaria a gruppi di profughi Royingya, che abbiamo avuto la possibilità di contribuire a sostenere.

Manteniamo viva la collaborazione con questi amici e le loro entità con un intenso scambio di esperienze, idee, e la proposta di soluzioni tecniche adatte per diverse necessità, aperti a nuove iniziative.

Per poter offrire ancora, nonostante tutto, risposte concrete.

 

Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo – Arsenale della Pace, Piazza Borgo Dora 61 Torino

IBAN: IT29 P030 6909 6061 0000 0001 481   Banca Intesa SanPaolo

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