Viscere di tenerezza

Pubblicato il 30-01-2013

di Flaminia Morandi

“Theotokos” chiamano Maria i cristiani d’Oriente, Madre di Dio. Il termine greco nasce spontaneamente dalla venerazione del popolo cristiano ed è menzionato per la prima volta in un papiro del III secolo, che riporta una preghiera – forse la prima - alla Vergine Madre: “Madre di Dio, ci protegga la tua misericordia: non respingere le preghiere di noi tribolati, ma liberaci dal pericolo, Tu sola pura e benedetta”.

<Come spesso accade nella storia della Chiesa, il termine acquista il suo significato più profondo solo quando viene contestato. Così accade ben presto a Costantinopoli, e ci vorrà il concilio di Efeso, un colpo di mano di Cirillo d’Alessandria e la sua formula geniale per affermare Maria Theotokos, la Vergine che ha generato il Verbo secondo la carne, madre del Vivente e Madre dei viventi. A quel tempo le dispute teologiche infiammano il popolo come oggi nessuna idea è più capace di fare: per la proclamazione della Theotokos, il 22 giugno del 431, tutti scendono in piazza, la folla acclama Cirillo e gli altri vescovi; un corteo di fiaccole percorre la città illuminata a festa e, in testa al corteo, le donne entusiaste con i turiboli dell’incenso. Il termine Theotokos, in fondo, è anche una loro vittoria.

Non è facile parlare di Maria: il suo mistero è il mistero stesso della Rivelazione cristiana. Meglio allora affidarsi alle intuizioni delle generazioni che ci hanno preceduto, sintetizzate talvolta in maniera fulminante da un’immagine. Maria è la figura centrale dell’icona dell’Ascensione. Cristo, Dio-uomo, ascende al cielo circondato da un cerchio di sfere. Sulla terra la Madre di Dio sta in mezzo agli apostoli vestiti di colori diversi, divisi in due gruppi alla sua destra e alla sua sinistra, dove spesso sono anche due angeli. Cioè, la salvezza è compiuta, è avvenuta l’unione del cielo e della terra: il Verbo si è fatto uomo perché l’uomo diventasse divino, come diceva Ireneo di Lione. Il dio-uomo sale al cielo, ma il cielo è sulla terra con la nascita della Chiesa. Maria è il centro dove cielo e terra convergono, umile e trasparente vicino alla robustezza dei corpi degli apostoli che però attendono da lei ispirazione, con docilità e stupore. Sotto Cristo, Maria è il centro orante del mondo.

Nell’icona della Dormizione, come gli orientali chiamano la morte della Madonna, non è lei a salire al cielo, ma Cristo che scende a prendere nelle sue mani la sua anima, raffigurata come una piccola bambina, figlia del suo Figlio. Cristo, che scenderà sulla terra solo alla fine dei tempi per instaurare definitivamente il suo Regno, fa un’eccezione per la Madre e scende il giorno della sua morte: per dire che in lei la salvezza è già compiuta. Nell’abside di santa Maria Maggiore a Roma la Dormizione e l’Assunzione della Madonna sono raffigurate in una sola scena: cioè il cammino di Maria ci indica il cammino da seguire nell’ora della nostra morte, che è anche l’ora della nostra vita. Per questo, nella Chiesa copta d’Egitto, il giorno dell’Assunta, preceduto da un lungo digiuno, si commemora insieme al giorno della morte e della sepoltura di Maria; e il battesimo dei bambini, cioè il loro nascere alla vera vita, è rimandato tutto l’anno per quel giorno.

Se Cristo è il capo della Chiesa, Maria è il suo cuore,dice il russo Florensky; e un mistico bizantino aggiunge: forse Dio ha creato il mondo per trovare una madre, viscere di tenerezza.


Flaminia Morandi
NP maggio 2006

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