Una casa per chi studia

Pubblicato il 13-09-2023

di Gianfranco Cattai

Fatta la norma, trovato l’inganno? Finalmente gli studenti hanno avuto la capacità di sollevare il problema che è fondamentalmente politico. Infatti le parti sindacali che rappresentano inquilini e proprietari hanno spesso assunto per i vari contesti urbani italiani i criteri da applicare per i contratti di affitto agli universitari. E questo è un aspetto positivo perché vuol dire che il senso del bene comune è oggetto di impegno delle nostre rappresentanze. Constatiamo però che affittare fuori norma agli studenti è un’usanza alquanto diffusa.

Il tema è politico perché il “mercato dei letti per gli studenti” rappresenta per i proprietari una opportunità vantaggiosa di affitto. È un’opportunità di affitto per periodi brevi e rinnovabili (insieme alle proposte di arbnb) che incontra il desiderio dei proprietari; è diventata una possibilità di speculazione senza limiti (oltre ogni ragionevole legge di mercato). Quindi va oltre alla problematica della fascia debole. Che cosa faranno ora il governo, le amministrazioni, i sindacati rispetto ai proprietari? La Costituzione italiana contempla un principio di grande rilevanza nel secondo comma dell'art. 42 in cui afferma «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurare la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti». Sarebbe bastato e basterebbe la traduzione in legge e concrete pratiche del principio che la proprietà privata è un diritto riconosciuto a patto che assolva a una «funzione sociale» e sia «accessibile a tutti» per trovare la strada che porta a svolgere le azioni necessarie ad assicurare il diritto alla casa: è questo il pensiero di molti studiosi. Sarebbe assurdo praticare altre strade, come per esempio aiutare economicamente gli studenti, quando il problema attiene invece una mala interpretazione del libero mercato. In questi giorni molti operatori di associazioni e cooperative sociali impegnati a trovare soluzioni abitative per nuclei a rischio povertà (diversi dai poveri) si stanno interrogando se non sia anacronistico la loro azione che propone ai proprietari un canone calmierato (più basso di quello di mercato) a fronte di alcuni vantaggi come l’accompagnamento abitativo e una polizza assicurativa. Azioni dunque a basso costo e a forte responsabilizzazione per rendere possibile e sostenibile la sistemazione abitativa di chi non ce la farebbe. Un modello di soluzione foriero di una politica territoriale di partecipazione e di rafforzamento della comunità locale. Vediamo se saremo in grado, anche nel caso degli studenti, di trovare soluzioni sostenibili pur non penalizzando i proprietari senza tirare fuori soldi che il nostro Paese non ha per soddisfare l’ingordigia di speculatori.


Gianfranco Cattai
NP giugno / luglio 2023

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