Un mondo di parole

Pubblicato il 28-06-2023

di Corrado Avagnina

Tempi complicati, come non mai. In cui, tra i tanti nodi da sciogliere, ci si imbatte anche in confusioni pressanti, giorno dopo giorno. A partire da quella debordante incapacità o non-volontà di ascolto dell’altro. Finendo in assordanti incomunicabilità. Proprio in frangenti in cui stanno dilagando interventi, commenti, battute, repliche… sulla rete. Sbroccando in più occasioni. Insomma, non ci si dà ascolto più di tanto, e poi si lascia tracimare tutto ciò che passa dalla tastiera, senza remore.

Parole urlate, parole sopra le righe, parole poco pensate, parole che offendono, parole che oscurano l’orizzonte, parole che sanno di disumanità e di indifferenza, parole di chi sfarfalla in misura insultante… È triste dover fare i conti con tutte queste parole deludenti e penose. Sembra che il peggio non sia mai toccato, perché c’è sempre chi trova ancora una parola che fa ulteriore male. Forse ci si sta abituando a questo imperversare di parole in libera uscita, come se non ci fossero più freni di sorta. La tecnologia, con tutto ciò che consente l’on-line, lascia davanti praterie per i cosiddetti “leoni da tastiera”. E così le parole maldestre tengono banco, sfiorando o superando anche il confine della decenza e del lecito, incorrendo pure in risvolti penali. E forse tanti non lo avvertono o non se ne rendono conto. Sembra che tutto quanto passa per la testa possa finire in parole sfrenate, rilanciate senza preoccuparsi del veleno o del fango che contengono e che disperdono, all’impazzata.

Ormai è un emergere sfrontato di questo mondo malsano di parole sbagliate, postate nel moltiplicatore dei social, non preoccupandosi più se c’è del vero, se si colpisce la dignità altrui, se si urla in un imbuto di spropositi… Insomma è un mondo di parole che ci sta un po’ affogando, senza che ne avvertiamo la linea rossa. È probabile che le potenzialità del web abbiano colto impreparati o sprovveduti, nel gestire queste opportunità mediatiche con consapevolezza, rispetto, onestà intellettuale, remore etiche… Su questo, purtroppo, c’è da fare un serio esame di coscienza. E magari accelerando i tempi, perché si sta un po’ precipitando, finendo in derive sconcertanti.

Davvero sono giorni in cui dare ascolto a una Parola che ci dia speranza, in mezzo a tante altre parole che non portano da nessuna parte. Una Parola con la “P” maiuscola. È quella che non invecchia e non inganna. È quella che ci interpella dalla Bibbia, pagina dopo pagina. E che in vista di Pasqua risuona abbondante e mirata. C’è solo da farne tesoro subito. E anche le nostre parole talora disordinate potranno trovare un argine, anzi potranno essere risanate.


Corrado Avagnina
NP aprile 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok