Ti chiamerai AFRICA!

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Quando voi dite Africa, o occidente o Europa, cosa c’è nella vostra mente? Una migliore comprensione sarà importante per la possibilità della nostra convivenza.

di Filomeno Lopes

Vorrei provocarvi sulla questione della reciprocità della pedagogia.
Quando voi dite Africa, o occidente o Europa, cosa c’è nella vostra mente? Una migliore comprensione sarà importante per la possibilità della nostra convivenza. Cheikh Hamidou Kane (Senegal) nel suo libro L’Adventure ambiguë dice: dal momento in cui gli europei sono sbarcati nei nostri porti, noi abbiamo capito che l’epoca della preservazione di noi stessi era compiuta e che da quel punto di vista la fine del mondo era arrivata per tutti noi. L’unica sfida restava il decidere se mandare o no i nostri figli alla scuola dei nuovi arrivati, rinunciando a parte della nostra cultura.
 Il problema che oggi dobbiamo porci è: come mai a distanza di secoli l’Europa ancora non conosce le culture africane, asiatiche ecc.? Non sarà perché non ha mai tenuto conto che anche per sè, nel momento in cui era sbarcata nei porti degli altri, l’epoca della preservazione di se stessa era compiuta? Che, quindi, come popoli non abbiamo avuto lo stesso passato ma da quel momento in poi abbiamo rigorosamente lo stesso avvenire? È questa la domanda che i politici tergiversano a porre autenticamente.

Riflettiamo ancora: cosa si intende per Africa? Etimologicamente, l’unica cosa certa è che, precedentemente alla conquista, l’espressione si trova solo nelle lingue indigene. Quindi il concetto di Africa ha una data ben precisa: il momento in cui sono arrivati gli altri e hanno decretato che si chiamasse Africa. E cosa significa attribuire un nome se non che ciò a cui lo dai senti che ti appartiene?

Da quel momento in poi, tutti quelli che sono stati mandati a scuola, come me, sono di una generazione in cui i miei genitori non si riconoscono più totalmente, poiché sono anche di un altro mondo. Eppure si tende oggi a parlare dell’occidente, dell’Europa, dell’Africa come se la conquista, la schiavitù, la colonizzazione, non ci fossero mai state. Invece dal momento della conquista l’occidente è diventato il mondo, con il quale tutti devono fare i conti.

Io sono stato cresciuto entro le modalità di quello che voi dite occidente, cioè di una cultura che si impara a scuola: dalle elementari all’ultimo anno di università ho studiato esattamente le stesse materie di ognuno di voi. Se volete parliamo inglese, francese ecc. Non sono lingue dei miei antenati. Come fate voi oggi a dire che siete più occidentali e più europei di me?

Guardo le mie sorelle e i miei fratelli e mi dico che, a somiglianza dei loro coetanei in Europa, vogliono tutto e subito. Così però si diventa come l’arciere: quando tira senza ambire ad alcun premio è precisissimo, perché è rilassato e ha tutto il controllo di se stesso. Ma appena gli metti un trofeo davanti, comincia a tremare. Qual è il problema? Il premio lo turba, pensa più a vincere che a tirare e ciò gli fa scordare il percorso che deve portarlo alla vittoria. È esattamente la stessa cosa, oggi, in politica, da noi come da voi: c’è chi vuole chiudersi perché pensa di avere a, b, c, da difendere, e spesso non ricorda di non aver lavorato per costruire il Paese in cui vive oggi, che è stato opera di qualcun altro.

In conclusione, l’Africa vera è un progetto, nato sulla nave della schiavitù, da gente che trovandosi lì ha capito per la prima volta la diversità e che l’unica alternativa alla possibilità reale della morte era morire per qualcosa: io per l’etnia Balanta, tu per… Così abbiamo accettato i nomi con cui chi era venuto da fuori ci aveva chiamato. Per questo il dibattito sull’Africa è nato nelle Americhe, dai figli degli schiavi; poi, negli anni ’60, per la prima volta si è trasferito in Africa.

Africa, dunque, è Europa, è occidente. Questa è allora la domanda che mi pongo: se l’Africa scomparisse dal mappamondo, cosa sarebbe cambiato per voi europei? E se il mondo nord-occidentale scomparisse, cosa sarebbe della mia Africa?

di Filomeno Lopez
(giornalista e filosofo)

da Nuovo Progetto gennaio 2005





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