Stiamo attenti!

Pubblicato il 27-05-2023

di Corrado Avagnina

Sono giorni che non consentono distrazioni. Anzitutto la catastrofe del terremoto in Turchia e Siria che si è scatenato in un attimo tremendo in luoghi che da anni subiscono tensioni, conflitti, scontri.
Una tragedia di proporzioni immani per il numero delle vittime, per le condizioni degli sfollati e dei feriti, per la distruzione di intere città e di tanti paesi. Cifre spaventose, da cui lasciarsi… investire per pregarci su, per ripensare alla fragilità del pianeta Terra, per venirne coinvolti in una solidarietà concreta, per mettere da parte banalità e insulsaggini.
C’è il cammino quaresimale in cui siamo immersi, da credenti che non si tirano indietro per far spazio a una sobrietà che riscriva un po’ la mappa del superfluo, dello spreco, delle diseguaglianze. Il segno delle ceneri sulla fronte ha rilanciato un messaggio forte dal sapore evangelico, ma che è anche umanamente condivisibile.

Mai come oggi c’è da andare “al di là delle cose”, per riprendere il filo di un senso pieno all’esistenza, voltando pagina là dove è necessario e urgente.
Ritrovando gesti controcorrente come il perdono, la trasparenza, l’autenticità.
Insomma abbiamo bisogno di un pit-stop serio, per riaggiustare la rotta e non finire e restare fuori del seminato.
E poi la tragedia degli ultimi che finiscono sul fondo del mare, annegati, nell’avventura di attraversare il braccio di mare che separa il Nord-Africa dalle coste europee – che sono poi soprattutto coste italiane – su rotte che dovrebbero essere di speranza, ma che sono in realtà un abisso mortale. “Tombe d’acqua” sono state chiamate le sorti dei dispersi tra le onde. Mancano vie legali per l’emigrazione e per le ONG si stanno inasprendo le procedure dei soccorsi. Brutti momenti per chi cerca dignità oltre il mare. Vengono prima i confini che non le persone.

Una stortura inaccettabile. E ancora c’è la guerra che ha compiuto l’anno di vittime, macerie, odi, lacrime, distruzioni… C’è da essere attenti e vigilanti perché le dinamiche guerresche e militari non contagino i nostri approcci anche mentali. Le guerre vanno disinnescate, al più presto e con uno sforzo congiunto e convinto. Oggi i varchi per le trattative a partire da un cessate il fuoco sembrano tutti chiusi. Ma i “costruttori di pace” non possono essere emarginati. È invece il momento di invocare passi diversi, alternativi, controcorrente. Papa Francesco dice spesso che occorre avere il «coraggio di aprire vie di pace».
 

Corrado Avagnina
NP marzo 2023

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