Quando la luce sovrabbonda

Pubblicato il 02-09-2023

di Flaminia Morandi

Decine di Giornate nazionali e internazionali all’anno per ricordare all’umanità il conto alla rovescia del pianeta.
Giornata mondiale dell’acqua: ogni giorno 2 miliardi di persone non hanno neanche l’acqua per lavarsi le mani e l’acqua dolce disponibile è ormai un milione di metri cubi per 7,8 miliardi di persone. Giornata degli oceani: e nel Pacifico galleggia un’isola di plastiche indistruttibili di 1,6 milioni di km quadrati. Giornate sacrosante, segnalibro della memoria civile. Bastano a penetrare nella coscienza? Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco ci ricorda che il mondo è «sacramento di comunione», perché «il divino e l’umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polvere del nostro pianeta».

Nessuna ricorrenza, nessuna parola da sola attecchisce però senza la concretezza dell’esperienza.
Niente può essere percepito se non dalla vita: solo allora, diceva Nikolaj Berdjaev, nasce la coscienza simbolica, l’«occhio di fuoco» che sa leggere la luce segreta del mondo. Nei messali prima del Concilio Vaticano II, nel giorno di san Marco evangelista in piena primavera la messa si celebrava solo dopo la processione delle rogazioni maggiori, mentre quella delle rogazioni minori si faceva prima della festa dell’Ascensione. In sostanza, specie nelle zone di campagna, il popolo di una parrocchia si radunava per intero e camminava in processione lungo tutto il perimetro del territorio fermandosi nelle cappellette campestri, in testa le confraternite, poi il parroco, le donne, i bambini, gli uomini. Si pregava lungo tutto il percorso che durava dall’alba fino a sera cantando “rogazioni” per la natura, per i campi, per il raccolto, per la liberazione dalle calamità naturali, dal clima avverso (A fulgure et tempestate libera nos Domine/ a flagello terrae motus libera nos Domine, Te rogamus audi nos). Le rogazioni si erano innestate su una ricorrenza pagana in onore della dea Cerere, trasformate in rito cristiano nel IV secolo. E allora? Che problema c’è? È nella progressiva intellettualizzazione della fede che va ricercato il germe dell’ateismo e del profitto a costo della distruzione. È dall’aver estirpato il senso della sacralità di ogni aspetto della vita, quell’incontro tra divino e umano rammentato da Francesco, che deriva il non-valore della vita umana. Non significa un rifiuto della razionalità, ma la sua trasfigurazione.

Riconoscere «la gloria di Dio nascosta nelle cose» non è un trasporto irrazionale, ma un cammino paziente come quello delle antiche rogazioni lungo il quale la ragione si affina, si stupisce (come succedeva ad Albert Einstein), diventa sempre più rispettosa. La ragione è inclusa e nello stesso tempo sorpassata, non per mancanza di luce, ma per «sovrabbondanza di luce» come diceva Gregorio Palamas.
Si diventa capaci di una visione trasformata della realtà, che vede la sua trasparenza, la sua allusione a un altro mondo. Quello dove Dio ci aspetta tutti, da Adamo fino al più piccolo granello di polvere.
 

Flaminia Morandi
NP maggio 2023

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