Merenda

Pubblicato il 14-12-2021

di Fabio Arduini

Si può iniziare ad addentare la merenda partendo dalle sue lettere.
Il loro dispiegamento, composto da vocale + nd + vocale, è un vero e proprio fossile linguistico da scoprire e gustare.
Si tratta della formazione messa in campo dal latino con il gerundivo, modo della coniugazione dei verbi che non è sopravvissuto nella nostra grammatica ma si scopre in numerosi vocaboli di uso comune.
Il verbo mereo significa meritare e pertanto la merenda consiste in ciò che si deve meritare.
La nostra parola è accompagnata da un che di pudico, come se si dovesse nascondere qualcosa.

Sarà che la merenda ha perso nelle nostre case il sapore della conquista ed è diventata solo un diritto slegato dal resto.
Sarà che lo schema promessa-prestazione-premio si è guadagnato una brutta fama di metodo educativo arcigno ed inefficiente.
Ma ha accomunato molte culture, tanto da passare attraverso i secoli senza cambiare né forma letterale né significato.
Il motivo ci sarà: noi esseri umani siamo piante strane, sognare una merenda ci fa portare frutto.
Di tale umana caratteristica, però, ci vergogniamo.
Dovremmo fruttificare in maniera disinteressata, come applicazione di pura teoria, come fossimo incorporei, senza bisogno di sostegni, motivazioni, esortazioni quotidiane.
Mentre la merenda rimane solo quella cosa da bambini.


Fabio Arduini
NP agosto / settembre 2021

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