La divinità misteriosa di Palmira

Pubblicato il 26-11-2022

di Agnese Picco

La città di Palmira, nell'odierna Siria, nell'antichità era un importante snodo commerciale tra oriente e occidente. Conosciuta con il nome aramaico di Tadmor (palma) veniva chiamata anche “Sposa del deserto” per la sua importanza come centro carovaniero. La città è menzionata per la prima volta in un testo assiro del II millennio a.C, ma è nel periodo greco-romano che acquista importanza, prima come capitale di un regno indipendente e poi, a partire dal 19 d.C, come provincia romana.

Proprio a questo periodo (II-III sec. d.C) appartengono alcune iscrizioni riferibili a una divinità mai nominata per nome, alla quale ci si riferisce con gli appellativi di “colui il cui nome è benedetto per sempre”, “Signore dell’universo” e “misericordioso”. Fino a oggi gli archeologi non sono riusciti a identificarla precisamente, ma in un recente studio la ricercatrice polacca Aleksandra Kubiak- Schneider, dell’Università di Wroclaw, ha proposto una possibile soluzione al mistero.

Confrontando gli appellativi della divinità anonima di Palmira con quelle mesopotamiche del I millennio a.C, Kubiak- Schneider ha notato alcune somiglianze. Ad esempio Bel- Marduk, la divinità suprema di Babilonia, adorato anche nel maestoso tempio di Palmira, è chiamato anche “misericordioso” mentre “Signore dell’universo” veniva riferito anche a Baalshamin, una divinità celeste. La divinità anonima di Palmira sarebbe dunque non una singola entità, ma divinità diverse. Secondo Kubiak- Schneider non ne viene mai menzionato il nome per una forma di rispetto. La frase “colui il cui nome è benedetto per sempre” sarebbe invece generica, rivolta a qualunque divinità fosse disposta a intervenire. La ricercatrice nota come questa interpretazione testimonia la continuità del culto dalla fase pre-ellenica a quella romana.
Secondo ricercatori indipendenti, non coinvolti nello studio, è un’ipotesi interessante, che però deve essere ancora discussa all’interno del mondo accademico. Uno dei punti critici potrebbe essere il fatto che alcune delle iscrizioni mesopotamiche prese in considerazione risalgono a secoli prima rispetto a quelle di Palmira.


Agnese Picco
NP agosto / settembre 2022

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