La casa dei giovani
Pubblicato il 26-03-2017
di Rosanna Tabasso - Il 13 maggio a Padova migliaia di ragazzi e di giovani si raduneranno per il 5° Appuntamento dei Giovani della Pace. La maggior parte saranno giovani incontrati nei nostri incontri in giro per il mondo o passati dall’Arsenale della Pace, chi per un tempo breve, chi per un periodo di servizio. Ci hanno incontrati, hanno conosciuto qualcuno di noi, hanno condiviso la nostra vita quotidiana, lavorato e pregato con noi. A nostra volta noi li abbiamo visti, incontrati, conosciuti nel cuore… Forse una nostra parola li ha raggiunti, un gesto li ha colpiti, forse hanno vissuto un momento forte, poi sono tornati nelle loro case, nelle loro città, alla loro vita. Le loro strade sono diverse, vivono in luoghi diversi del mondo, ma hanno conosciuto persone che vivono il loro sogno, hanno visto e toccato un’esperienza ripetibile, fatta di concretezza, di gesti alla portata di tutti, di progettualità mossa da uno sguardo profetico aperto a 360° che fino ad oggi, per grazia di Dio, mantiene vivo il sogno iniziale, lo vivifica, lo fa crescere.
Ogni incontro con questi giovani è una ricchezza, ci ha fatto e ci fa crescere. Dal momento che li avviciniamo diventano parte di noi, entrano a far parte del nostro popolo, ci mettiamo a loro servizio e, con le poche forze che abbiamo e con la preghiera, non li lasciamo più. Questi giovani entrano a far parte di un popolo molto vasto, diffuso, articolato che nella nostra vita ha da tempo il primo posto e che di tanto in tanto raduniamo per continuare a crescere insieme nei valori in cui crediamo, per rafforzarci negli impegni presi, per non perderci e non perdere la forza dei sogni condivisi. Sono le gocce che diventano mare.
L’appuntamento che ci diamo fuori dagli Arsenali, dove normalmente ci incontriamo, per noi è importantissimo. È andarli ad incontrare a casa loro (abbiamo scelto Padova perché proprio dal Veneto arrivano i giovani più numerosi), andare loro incontro per risvegliare il sogno delle gocce che diventano mare. È dirci: amici ricordiamoci cosa ci siamo detti, cosa abbiamo fatto insieme, cosa ci siamo scritti, ricordiamoci tutto quello che abbiamo vissuto una volta, due volte… dieci volte da quando ci frequentiamo. Ricordiamoci il sogno e il mandato: il sogno di far parte di un cambiamento possibile, il mandato di comunicarlo a quanti più giovani possibile per “portarli a casa”, come ci ha lasciato scritto Madre Teresa di Calcutta. E allora invitiamo a Padova nuovi giovani amici, cerchiamo amici che si uniscano a noi, perché anche in una piazza ci si può comunicare un bene che durerà nel tempo.
Anche una piazza può servire per portare i giovani a casa: portarli in realtà dove possano trovare ascolto, comprensione, amore; dove la loro persona e la loro vita sia rispettata; dove siano aiutati a scoprire e a vivere la bellezza che è racchiusa in ognuno. Anche la piazza può essere una casa se non troveranno grida e proteste ma la testimonianza di un cambiamento vissuto, l’impegno rinnovato di molti di noi, un clima di gioia, la determinazione di noi tutti nel fare la nostra parte. E forse qualcuno dei tanti giovani che saranno lì anche per la prima volta, potrà sentire la voglia di ricominciare.
Come sempre a questo appuntamento si arriva con il passaparola, ognuno porta un amico e l’amico dell’amico, perché lo scopo è sempre coinvolgere altri e altri ancora, moltiplicare i giovani che credono nel cambiamento, nell’impegno personale, che sono disposti a mettersi in gioco in prima persona: 1, 10, 100, 1000 gocce in più in un mare che già c’è.
Sarà un punto di arrivo ma soprattutto un punto da cui ripartire con senso di responsabilità verso il nostro pezzo di terra, verso le persone con cui viviamo, verso i giovani, verso questo tratto di storia che è la nostra. Il senso di responsabilità verso i giovani e verso il nostro mondo presente e futuro ci spinge ad avere sempre uno sguardo bifocale: uno rivolto su noi stessi, e l’altro rivolto fuori di noi, vicino a noi ma anche lontano, sempre aperto su un orizzonte vasto che non conosciamo ma che è comunque nostro. Questo orizzonte vogliamo scrutarlo insieme e ricercarne insieme il senso perché le difficoltà che incontriamo non si scoraggino e la speranza non si spenga.
L’odio non ci fermerà. Ripartiamo dall’amore è il tema di questo Appuntamento. Non farci vincere dall’odio che è rancore, divisione, prevenzione verso il diverso da me, superarlo con scelte d’amore è qualcosa che ci riguarda tutti da vicino, giovani e adulti, nessuno escluso. Questo appuntamento è per tutti; anche chi non sta bene e sta a casa, anche chi è avanti negli anni e non può partecipare deve sentirsi coinvolto in prima persona. Ognuno di noi dov’è e nella condizione in cui si trova, può decidere nel suo cuore di esserci e di fare la sua parte.
All’Arsenale, da tempo, abbiamo rotto lo schema giovani/adulti/anziani. Non siamo più divisi per età e per stato di vita, siamo una fraternità e tentiamo con tutte le nostre forze di unificare il nostro ideale, i nostri valori, i nostri slanci. Quest’anno in modo particolare vorremmo rompere gli schieramenti generazionali e a Padova proporre esperienze di cambiamento condivise tra giovani e adulti. Per dirci che non è più tempo di dividerci, ma di unirci. I giovani sono al primo posto; sono molti a dirlo, pochi a crederci veramente e ancora meno ad agire di conseguenza. Noi ci crediamo fino in fondo, e vogliamo costruire insieme. Ancora una volta le gocce diventano mare!
Rosanna Tabasso
QUELLO CHE CONTA
Rubrica di NUOVO PROGETTO