Guerra giusta e santa

Pubblicato il 25-06-2023

di Flaminia Morandi

Se non c’è nessuno capace di fermare le guerre del mondo, ognuno però può fermare la guerra sempre pronta a scoppiare nel suo cuore.

Nessun altro male trasforma l’uomo in demonio come l’ira, diceva Evagrio, uomo del IV secolo e monaco nel deserto egiziano dopo una vita pubblica e mondana a Costantinopoli.

L’ira è il “vino dei draghi”, diceva, un’energia tellurica, indisciplinata, sfrontata, che imbestialisce l’anima e rende l’uomo irrazionale. Si rifiutava, Evagrio, di chiamare l’ira “naturale”. Satana, diceva, non ha nulla in contrario quando si parla di aggressività “naturale”! Vorrebbe dire che non c’è niente da fare contro di essa e nulla è più falso di questo, come falso è il significato che si dà solitamente al termine “naturale”. Non c’è niente di “naturale” in nessuno dei vizi, siano essi gola, avarizia, lussuria, invidia, vanità, depressione, superbia. Il vizio è sempre una perversione di un essere creato buono e per il bene; qualsiasi vizio è “contro natura”.

I nemici “contro natura” però ci girano sempre intorno, in agguato. Assediano l’essere creato buono da ogni parte. Il loro scopo è abbattere le sue difese, conquistare il suo spazio interiore in modo da dirigere le sue azioni nel verso che decidono loro. E allora sì, ecco che scoppia la guerra giusta, l’unica guerra buona che va combattuta: quella con i pensieri e i sentimenti negativi che vogliono convincerci di essere “naturali” e perciò legittimi e inevitabili.

Si può vincerla, questa guerra? Certo. Tutti gli uomini sono creati a immagine di Dio e questo sacro brand non lo perdono neanche se cadono. Per molti poi c’è il battesimo, forza rigenerante che dall’immersione fa rinascere come persone nuove. Eh, ma è proprio la persona nuova che le tentazioni amano attaccare! Dove stanno le risorse per respingerle? Dentro l’uomo stesso: la “parte razionale” deve assumere il comando, allearsi con la “parte irascibile”, traduzione imperfetta del greco thymikòn, privo del significato negativo che abbiamo appena dato all’ira. Si tratta della spinta vitale, dell’energia, della volontà. Insieme, ragione e energia di vita possono condurre nella direzione buona la “parte concupiscibile”, cioè il desiderio che, se tende verso l’amore vero e non verso inutili e miseri amori, diventa magnanimità, pazienza, mitezza, umiltà: Dio in noi.

Guerra facile? Nient’affatto. Non si combatte un vizio senza combattere contemporaneamente tutti gli altri sette. Questa, dice Evagrio, è una guerra su tutti i fronti, non finisce mai e non prevede trattati di pace. Prevede un’unica arma ma letale, potente quanto una bomba atomica che fa male solo al male: la preghiera. Ma anche la preghiera non è uno scherzo, dice Evagrio: è un’arte, una praktiké che si impara praticandola.

Cominciando con il tenere a bada la memoria del male ricevuto. È un cammino lento e graduale che non arriva né possiede mai stabilmente. Eppure conosce sempre maggiori spazi di una quiete e una gioia non raccontabile che, quella sì, assomiglia alla pura preghiera amata da Dio.

Flaminia Morandi

NP Marzo 2023

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