Guardo te

Pubblicato il 18-03-2024

di Marco Grossetti

Abbiamo bisogno di rapporti speciali con cui affrontare il mondo

Guardo te che, circondato da giganti a cui arrivi appena alle ginocchia, ti muovi senza paura nonostante i bolli e le ammaccature, cerchi mani grandi che possano stringere le tue manine piccine, braccia forti a cui reclami un giro sulla giostra, facce amiche da disturbare con pizzicotti e boccacce, cuori vuoti da rimpinzare di sorrisi e abbracci. Non lo fai con tutti, nel tuo moto imperturbabile decidi di fermarti solo da qualcuno e solo con qualcuno. Vederti crescere è guardarsi allo specchio, perdersi in cosa siamo stati e, in fondo in fondo, non smettiamo mai di essere, perché abbiamo bisogno per tutta la vita di rapporti elettivi, speciali, esclusivi e iniziamo già da piccolissimi a riempire il nostro universo emotivo e affettivo di amici con cui affrontare il mondo.

Guardo te e vedo che non sono le persone che fanno di tutto per intrattenerti e divertirti, quello sei bravissimo a farlo anche da solo, e lungo la tua corsa ti fermi da chi è in grado di rispondere pazientemente e dolcemente ai tuoi bisogni, di mettersi in ascolto delle tue imprevedibili e improbabili richieste, di regolare il suo battito allo stesso ritmo del tuo piccolissimo cuore. Misuri chi hai attorno nella disponibilità, perché non hai bisogno di qualcuno che riempia il tuo tempo e il tuo spazio, ma di qualcuno che ti lasci libero di percorrere lo spazio e di passare il tempo come piace a te.

Guardo te e mi sembra di vedere la volpe del Piccolo Principe, il suo bisogno di essere addomesticata per poter giocare insieme, di essere unica al mondo e di non essere uguale ad altre centomila volpi. Penso a chi senza dire e pretendere nessuna parola ha evitato ogni tipo di malinteso e si è fatto ogni giorno un po’ più vicino a te senza che tu te ne accorgessi. A chi ti ha lasciato il tempo di cui avevi bisogno per preparare il tuo cuore, a quel bene che riconosci di aver ricevuto sotto forma di cura e di compagnia e ora ricerchi, ricordando quando è stato bellissimo.

Guardo te e penso al tempo che quelle persone hanno perduto per te. A quei momenti in cui non fai altro che farti portare prima da una parte e poi dall’altra, di scappare e farti catturare soltanto per poter scappare di nuovo e sussultare per il piacere di essere preso ancora. Quell’esperienza che Daniel Goleman nel suo testo dedicato all’intelligenza emotiva definisce di flusso: uno stato di profonda concentrazione, di estasi, di puro godimento, in cui ci perdiamo totalmente in quello che facciamo, riuscendo a superare i nostri limiti e a stare senza fare nessuno sforzo sul massimo livello possibile di apprendimento, dove «l’attenzione è talmente concentrata che gli individui sono consapevoli solo della ristretta gamma di percezioni immediatamente legate a ciò che stanno facendo e perdono ogni cognizione dello spazio e del tempo».

Guardo te, felice, serenamente immerso nei tuoi pasticci, perché l’infinito mondo è fatto di una montagna di piccole cose a cominciare da quelle che hai davanti ai tuoi occhietti e tra le tue minuscole mani, ed è sempre tempo di fare un nuovo sparpaglio perché poi qualcuno rimetta ogni cosa al suo posto. La volpe racconta al Piccolo Principe che un giorno conoscerà un rumore di passi diverso: «Gli altri passi mi fanno nascondere sottoterra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica». Guardo te sentire la voce di chi sta arrivando, il suo passo leggero o pesante farsi vicino. Continuerai a farti i fattacci tuoi non degnandoci di uno sguardo o sarà la magia di chi ti ha già voluto abbastanza bene da avere il potere di fare fermare tutto?

Marco Grossetti
NP Febbraio 2024

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