Diversamente insieme

Pubblicato il 20-06-2020

di Corrado Avagnina

Viviamo un po’ sospesi all’interno di una realtà che si è complicata e modificata sotto i nostri occhi, in ragione dei rischi che si possono correre e che vanno evitati al massimo, in presenza di un virus imprevedibile, subdolo, insinuante. Le incognite stanno dietro l’angolo, per sorprenderci magari, con l’emergenza che si potrà rifare acuta, senza preavviso ovviamente. Ci sono le doverose preoccupazioni da assumere, senza leggerezze o superficialità, ma ci sono anche gli input a riprendere dove è consentito e dove è possibile, per riacquisire quella agognata “normalità” che non sarà più la stessa almeno per lungo tempo. Il tutto accompagnato da ansie per il lavoro, dopo pause forzate che hanno penalizzato aziende, comparto artigiano e commerciale creando fibrillazioni forti per le persone e le famiglie, rispetto ad un presente incerto e ad un futuro precario. Sono settimane di affanno per le ferite che sono arrivate anche sul piano strettamente economico: i conti vanno in rosso. Non si sa se si potrà reggere e se si sarà in grado di farcela. Mentre si riprende comunque a rilento, ci si deve riorganizzare sotto tanti aspetti concreti, con i dispositivi vincolanti e le normative rigide che impongono ritmi diversi, distanziamento, mascherine, code, attese, controlli. Insomma un contesto da affrontare con estrema pazienza e con senso di responsabilità. Si avranno davanti mesi inediti, un’estate da interpretare, situazioni da calibrare. Dovremo mettere in conto forse (anche se speriamo di no) un qualche colpo di coda del virus. Per questo dobbiamo farci attenti, scrupolosi, meticolosi. Quanto ci è richiesto non è un bastone tra le ruote della vita, è un riparo per non precipitare in qualche nuovo baratro. Un invito molto semplice può puntare a far sì che questo quadro, inimmaginabile solo tre o quattro mesi fa, sia “abitabile” da ciascuno di noi che si adatta, che si sente motivato ad essere serio, che non fa il furbo nello sgattaiolare fuori dalle regole. Non una gabbia ma una nuova modalità di stare insieme e di ricostruire la nostra comunità, per il bene superiore di tutti, che è la salute da mettere al sicuro il più possibile. È una sfida anche psicologica, ma alla portata di tutti, feriale, quotidiana, reale. A cui non sottrarsi. Perché dovremo mettere in gioco la nostra umanità bisognosa di relazioni, di comunità, di fare “noi”. Senza queste dimensioni concrete ma importanti, la vita non respira appieno, anzi può andare in apnea. Si dovranno mettere in campo creatività, inventiva, genialità… per trovare modalità compatibili nello stare insieme “diversamente”, vincolati ma non imprigionati, capaci di gestire questi passaggi persino con fantasia, scommettendo su un percorso sì ad ostacoli, ma vivibile, riscrivendo le abitudini, cercando ciò che vale sopra tutto.

 

Vedi il focus Riflessioni in tempo di Covid 19

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