Santa Maria, Madre di Dio

Pubblicato il 24-08-2020

di Flaminia Morandi

È sempre stata chiamata così, Maria? Nei primi tre secoli cristiani di lei ufficialmente non si parla. Ma il popolo l’ha già incoronata: “Madre di Dio, ci rifugiamo sotto la protezione della tua misericordia: non respingere le preghiere di noi che siamo nel dolore, ma liberaci da ogni pericolo, tu solo pura e benedetta”, dice una preghiera ritrovata in un papiro del III secolo. È la prima volta che le viene attribuito il titolo di Madre di Dio.

Il IV secolo è tutto preso a definire il dogma trinitario. Ma proprio quando si comincia a discutere sul mistero di Cristo dalla nascita alla passione, inevitabilmente si inciampa sul mistero della Madre.
Ci si chiede come dire al meglio con parole umane l’unità di Cristo vero Dio e vero uomo. “Tot capita, tot sententiae”, si formano due partiti: quello di Antiochia sottolinea l’umanità di Gesù e parla di “uomo portatore di Dio”, quello di Alessandria invece sostiene che “Dio porta la carne”. Qui, ad Alessandria, spunta l’affermazione di Maria “Madre di Dio” che scandalizza Antiochia. La discordia fra le Chiese esplode quando l’antiocheno Nestorio diventa vescovo di Costantinopoli, e con l’autorità di vescovo della prima città dell’impero, attacca frontalmente l’appellativo Madre di Dio.

Cirillo vescovo di Alessandria risponde con la grinta dell’uomo di potere, e l’imperatore è costretto ad indire un concilio per chiarire la questione. Il “concilio di Maria” si apre ad Efeso, dove la Vergine è particolarmente venerata. È il 431. Finisce che Cirillo trionfa e Nestorio, battuto, si ritira in un monastero del deserto libico. La sera del 22 giugno 431 la proclamazione di Maria Madre di Dio viene salutata dall’entusiasmo popolare. Efeso è tutta illuminata, e sono le donne che aprono la processione, agitando i turiboli dell’incenso. Maria Madre di Dio è anche una loro vittoria.

Da Efeso in poi, la glorificazione di Maria crescerà come un fiume in piena. Romano il Melode, l’Arvo Pärt del VI secolo, scrive gli inni per l’inaugurazione della festa della Natività di Maria, trasformando per primo la teologia in poesia: “La tua nascita, Madre di Dio, è annuncio di gioia per tutto l’universo perché da te si leva il sole di giustizia, Cristo nostro Dio, che ha vinto la morte e ci ha donato la vita eterna…”. Nell’VIII secolo gli inni di Giovanni Damasceno identificano Maria con la comunità eucaristica: come a dire che la potenza dello Spirito Santo opera allo stesso modo nell’incarnazione del Verbo in Maria e nella trasformazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Gesù.

Come sempre nella Chiesa e nella vita spirituale di ogni credente onesto, la verità appare a poco a poco, seguendo il lento ritmo della crescita interiore. Ma Maria aspetta tutti e ciascuno, con la pazienza illimitata di chi nel suo corpo ha tessuto l’Illimitato.

Flaminia Morandi
NP febbraio 2016

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