Ricordi e speranze

Pubblicato il 22-03-2023

di Matteo Spicuglia

Enzo Biagi era una penna di razza: frasario minimalista, comunicazione asciutta, pochi aggettivi, parole usate al momento giusto. Tra i più grandi del giornalismo italiano del secolo scorso. Se ne è andato poco più di 15 anni fa al termine di una lunga vita, segnata da grandi soddisfazioni, ma anche da amarezze.

C’era una frase che amava ripetere spesso quando gli chiedevano della vecchiaia. Diceva che il suo era un tempo in cui i ricordi erano più forti delle speranze. Parlava con la malinconia di chi perde gli amici di una vita, di chi sente il peso dell’esperienza e di un mondo diverso da quello delle radici. Ma al di là delle visioni del momento, in quella frase era nascosta davvero una grande verità. Perché la vita è così: un impasto di ricordi e speranze. Chi è più in là con gli anni lo sa bene, ma forse oggi ce ne rendiamo conto tutti. Specie in un inizio anno così particolare: la guerra senza una fine visibile, la morte innocente diventata quasi un luogo comune, la crisi energetica che stravolge gli equilibri, le incertezze personali sempre più trasversali.

È come se l’età non contasse più e ogni generazione facesse i conti con il proprio carico di disillusione. Ce lo racconta la cronaca, la banalità della violenza che si attacca a tante vite, le fragilità che si sommano e spesso si radicalizzano. Con il futuro relegato quasi a ruota di scorta e non riconosciuto più come spinta e motore. Del resto, quando tutto diventa incerto, volgersi indietro è molto più consolatorio. E ricordare diventa molto più facile che sperare. Il ricordo è rifugio, è punto fermo, è certezza. Ma da solo non serve, è illusione. Perché, come scriveva Oscar Wilde, l’unico fascino del passato è che è passato. Aveva ragione.

La verità è che il nostro tempo è oggi. Non importa se siamo bambini, giovani, adulti o anziani. L’oggi fragile, sommesso, a suo modo acerbo è nelle nostre mani per essere fasciato, accolto, amato. Un nuovo anno da vivere è come un germoglio, fragilissimo, ma in potenza robusto, rigoglioso, unico. Sta a noi prendercene cura. Per farlo non abbiamo molti strumenti a disposizione, ma la speranza è sempre lì, a portata di mano e di cuore. La speranza che avrà sempre l’ultima parola, ieri come oggi. La speranza presente in ogni slancio, in ogni progetto nuovo, in ogni apertura interiore, in ogni promessa di cambiamento. La speranza che vede l’incompiuto e non si spaventa, il male e non si arrende, l’impossibile e non si rassegna. Solo una speranza così costruisce, prova a immaginare nuovi finali e soluzioni, per credere e costruire, per fare dei ricordi non una consolazione, ma un trampolino splendido verso il futuro. Sia questo l’augurio e la promessa per il nuovo anno che inizia.


Matteo Spicuglia
NP gennaio 2023

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