Amati amiamo (1/2)

Gesù ci ha amati per primo.

di Rosanna Tabasso

 

Una delle pagine della Regola che ci è più cara ha per titolo Amati, amiamo ed è la sintesi del nostro andare incontro all’altro poiché Dio è venuto incontro a noi: “Dio è amore e noi possiamo essere suo riflesso perché abitati da Lui (…). Ci inginocchiamo davanti all’uomo solo, povero, sofferente, oppresso per amarlo con il cuore paterno e materno di Dio e accompagnarlo, se lo desidera, verso l’incontro con il suo amore”.


Se facciamo esperienza personale dell’amore di Dio, possiamo amare l’altro e dare così testimonianza del Signore della nostra vita. È difficile amare davvero l’altro che ha bisogno, che ci chiede aiuto, ma amare l’altro che ci ignora, che ci rifiuta, che pare proprio poter far a meno di noi, è umanamente impossibile. Impossibile per noi ma non per Dio, che ci indica proprio questi come i più poveri davanti ai quali inginocchiarci. Oggi molti chiedono aiuto per le loro condizioni di vita difficile – chi è senza lavoro, senza casa, senza cure… – ma forse non sono nemmeno queste le miserie più grandi. Ernesto Olivero ha scritto: “L’uomo ha bisogno di casa, di cibo, di istruzione, di lavoro, ma non gli basta. L’uomo ha bisogno di amare e di essere amato, ma neppure questo gli basta. L’uomo ha bisogno di scoprire il senso della vita. L’uomo ha bisogno di Dio”.

Oggi i più poveri, inconsapevoli di esserlo, sono le persone che hanno scartato Dio dalla loro vita. Non lo sanno ma ne hanno nostalgia e per loro possiamo essere un riflesso del Dio che cercano senza saperlo. Giorni fa abbiamo chiesto ad un gruppo di giovani che frequenta l’Arsenale della Pace di aiutarci a pubblicizzare un libro di Ernesto Olivero in una importante fiera. Abbiamo realizzato un pieghevole bello, colorato, che riproduceva la copertina del libro: un orologio rovesciato e il titolo Dio non guarda l’orologio. Alla fine di ogni giornata tutti i giovani ci hanno comunicato con tristezza che la gente gettava uno sguardo frettoloso al titolo e di fronte alla parola Dio smetteva di sorridere, scuoteva la testa, rifiutava di stendere la mano per prendere il volantino, quando non commentava con rabbia o con sarcasmo: “Non mi interessa”. Io stessa ho fatto quest’esperienza per un pomeriggio e la sera, ripensando alle ore vissute, ho provato lo stesso sconcerto. Un dolore che ancora mi accompagna, perché ho fatto esperienza che il Creatore della vita, il Signore della storia, mio Padre è stato esiliato dai suoi figli, allontanato dalla terra che aveva preparato per loro. Negli anni settanta cantavamo “Dio è morto” pensando ai campi di sterminio, all’olocausto e alle grandi ingiustizie di quel tratto di storia. Oggi, resi sazi dal benessere, Dio lo abbiamo estromesso, esiliato, salvo considerarlo con sospetto o processarlo.

Mi risuona dentro il versetto di un salmo: “Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni” (Sal 104,27). Tutti da te aspettano… Ma la maggior parte delle persone, magari anche battezzate, praticanti, osservanti non si aspetta proprio nulla da Dio! Anzi, coltiva la convinzione di poter fare da sola, di bastare a se stessa. Dio è solo di impaccio.

“Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice Dammi da bere! – risponde Gesù alla donna samaritana – tu avresti chiesto a lui e lui ti avrebbe dato acqua viva” (Gv 4,10). A questo pensavo mentre le persone mi scorrevano davanti, rifiutando non me o un libro del Sermig – questo rifiuto lo posso comprendere – ma l’idea stessa di Dio. Mi ripetevo che Gesù è venuto per ognuna di quelle persone, amando per primo e in modo incondizionato, amando anche senza essere ricambiato. A me resta il cuore pesante di chi conosce l’amore di Dio e sa di avere la responsabilità di darne testimonianza. Dio è Amore (1Gv 4), io lo so e ne faccio memoria tra la gente. Amati, amiamo.

 

Amati amiamo (2/2)

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