Amati amiamo (2/2)

Gesù ci ha amati fino alla croce, mistero d'amore che sconfigge il male.

di Rosanna Tabasso

 

“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49,15). Dio dichiara così il suo amore incondizionato, eterno per ognuno di noi. Ci chiede di farne esperienza in modo personale, per sciogliere il dubbio che Dio ci ami davvero e vincere il sospetto che ci voglia “sottomettere” più come un padrone che come un padre. Arrivare alla fiducia infatti è indispensabile per camminare con Dio, per vivere su questa terra con Dio nel cuore. Nella relazione d’amore tra Dio e me, lui per primo mi dichiara la sua fedeltà ed io che ne faccio esperienza, entro nella fiducia, fino a ripetere con il salmista:“Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signor e mi ha raccolto” (Sal 27,10). 

Il cuore della nostra fede è saperci amati così da Dio e crederci. Gesù ci introduce in questa relazione di fiducia con Dio, perché Gesù è uno di noi ma è anche Uno con il Padre. Quando viene interrogato da un dottore della Legge su quale sia il grande comandamento non fa giri di parole e gli risponde : «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mt 22,36-39).

Questo doppio amerai racchiude tutti i comandi dati da Dio a Mosè e tramandati a noi dalla Scrittura, e ci dà un modo diverso di viverli: non per obbligo ma per amore, non per dovere ma per scelta, non per paura di essere puniti o per convenienza ma per rispondere all’amore di Dio. I profeti dell’Antico Testamento cercavano di aiutare il popolo d’Israele – e anche noi –a comprendere che Dio era diverso dalle divinità delle grandi religioni antiche, era diverso dagli idoli: di questi bisognava guadagnarsi il favore perché rendessero la vita accettabile, bisognava fare sacrifici per ottenere benefici. Ripetevano che Dio creatore e padre non vuole il sacrificio, vuole l’amore, vuole essere amato. E l’amore non conosce il dovere, il per forza, la paura. Chi di noi vorrebbe essere amato per dovere o per paura? Noi sappiamo bene che cosa desideriamo da chi ci ama, anche Dio lo sa. Lui ci ha dato il suo cuore e desidera il cuore di ognuno di noi.

Dalla fiducia di essere amati così fortemente da Dio scaturisce il nostro amore, quasi come un riflesso del suo: amati, amiamo. 

Amati, amiamo è anche il cuore della nostra Regola e riassume esattamente questo percorso che ognuno di noi ha fatto sotto la guida della Scrittura e per grazia dello Spirito Santo. Riassume l’esperienza che ognuno di noi ha vissuto quando ha sentito di essere amato senza riserve da Dio.

Noi siamo così impacciati, siamo così poveri, che se partissimo da noi stessi avremmo ben poco da offrire. Ci sono momenti in cui ci sentiamo felici di appartenergli e non ci pesa stare con lui, momenti lieti della nostra vita, momenti di commozione in cui sentiamo che il cuore si apre anche alla preghiera di ringraziamento, di lode e sentiamo che è bello stare con Lui. Poi questi momenti passano e riaffiorano tutte le nostre fatiche e difficoltà umane che Gesù ben conosce. Spesso il nostro amore per lui si traduce semplicemente in un grido, nel gridargli il nostro bisogno di aiuto nella nostra solitudine, nei dolori, nelle prove grandi che dobbiamo affrontare nella nostra vita. lui lo sa e ciò che desidera da noi è che lo cerchiamo anche nella prova. 

La nostra vita scorre tra mille fatiche, ma non interrompiamo il nostro dialogo nato dalla fiducia che lui ci ama, nato dalla ricerca di rispondere al suo amore con il nostro. Tutta la nostra vita può diventare un dialogo con Lui. Nulla lo allontana da noi, neanche il peccato più grande. Quando il cuore si apre all’amore di Dio prova la gioia di sentirsi amato non per i suoi meriti, per la perfezione che acquisisce, ma così com’è, con limiti, difetti, con fragilità e peccati. Gesù dice “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,12-13).

Non vuol dire che non faccio nulla per cambiare quei pezzetti di me che non sono nella linea dell’amore; non vuol dire che impegnarmi non serve, tanto Dio mi prende come sono; non vuol dire accontentarmi della mia mediocrità. Anzi, quanto più mi sento amato, tanto più mi pesa il mio non saper amare. Tanto più riconosco che ha fatto tutto per me, tanto più mi sento peccatore per non restituirgli me stesso. Tanto più mi sento cercato, tanto più mi pesa il mio dimenticarmi di lui, il tradimento del peccato, il non saper amare le persone che ho vicino.

Sapermi amato mi spinge ad amare a mia volta. E mi spinge a restituire amore a Lui e alle persone che mi ha posto accanto, come ha fatto Gesù. Sapermi amato mi fa camminare anche nel deserto con fiducia. 

 

Amati amiamo (1/2)

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