«Non mi preparo ad una fine, ma ad un incontro»

Pubblicato il 13-04-2023

di Redazione Sermig

Ricordiamo papa Benedetto XVI come un papa gentile, che ha accettato l’incarico da umile servitore della Chiesa, un “numero uno” che non ha mai ostentato la sua sapienza. Negli anni ci siamo incontrati molte volte, e ogni incontro è stato una carezza di Dio

«Santità, ho ancora negli occhi la gioia di tutti i giovani che L’hanno incontrata domenica 5 febbraio. La ringrazio dal profondo del cuore per la disponibilità e il tempo che ci ha regalato e per aver accettato il riconoscimento “Artigiano della Pace”, che il Sermig da 30 anni assegna a personalità e maestri di pace e di dialogo».

Il 5 febbraio 2012 papa Benedetto XVI riceveva in udienza privata una delegazione di giovani ed amici del Sermig accompagnati dal fondatore Ernesto Olivero. Quell’appuntamento è stata l’occasione di rinnovare il legame discreto ma profondo con il papa emerito scomparso il 31 dicembre scorso.

Tutto era nato sei anni prima, nel primo incontro di Ernesto con il Santo Padre, nel corso del quale aveva accettato in dono la bandiera della Pace del Sermig. Sono poi seguiti altri incontri: il 2 maggio 2010 durante la sua visita a Torino alla posa della prima pietra della nuova chiesa dell’Arsenale della Pace, intitolata a Maria Madre dei Giovani, e la presentazione del Mondiale dei Giovani della Pace a L’Aquila e Torino nello stesso anno. Un’altra carezza di Dio è il delicato messaggio vergato per gli amici del Buona Giornata, “Buona giornata a tutti gli amici dell’Arsenale della Pace: il Signore vi benedica sempre. Pregate per me”.

L’ultimo incontro, dieci anni più tardi. Ernesto gli aveva scritto: «Caro Papa Emerito, Le scrivo con grande emozione e riconoscenza. Era il 3 febbraio 2006 e per la prima volta La incontravo, come fondatore del Sermig, per raccontarLe le meraviglie della nostra storia: la trasformazione del vecchio arsenale militare di Torino in Arsenale della Pace, le mille e mille vite salvate dall’indifferenza, l’impegno di tanti giovani per un mondo senza più ingiustizie. In quella occasione, per la prima volta, Le lessi la preghiera a “Maria, Madre dei Giovani” che Lei, con mio grande stupore, decise di firmare facendola Sua, come precedentemente aveva fatto Papa Giovanni Paolo II e successivamente Papa Francesco. Da quel momento, ha preso corpo quella che amo definire la storia più incredibile della mia vita: un’avventura che nel corso di questi anni ci ha fatto incontrare il volto della Madre dei Giovani, l’icona arrivata dalla Russia grazie a un amico non credente, benedetta da Lei a Castel Gandolfo nella festa dell'Assunta del 2010 e oggi venerata nella nuova chiesa dell’Arsenale della Pace. È un’immagine particolarissima che raffigura Maria con tre mani, secondo la tradizione di San Giovanni Damasceno. Caro Papa Emerito, vorrei incontrarLa per ringraziarLa di persona, ma anche per renderLa partecipe di tutti gli avvenimenti che senza saperlo, Lei ha suscitato…».

E lui il 28 febbraio 2020 ci riceve in modo molto affettuoso e ci dona l’ultima benedizione. Come si diceva nel medioevo: “A Dio”, caro Papa Benedetto, ti ricorderemo sempre con tanto affetto e riconoscenza.

Redazione Sermig
NP Gennaio 2023

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