L’uomo del no

Pubblicato il 24-08-2020

di Flaminia Morandi

Incrociamo nella vita persone scomode, faticose, che sembrano fare della critica e del rifiuto l’asse della propria vita.
Gente del no. Ammansirle è un’impresa disperata. Più intelligenti degli altri, spesso non si riesce a strappar loro un mezzo sì neppure prendendosi addosso la loro croce, neppure amandole con tutta la loro critica corrosiva: che forse è solo un grido d’angoscia, un disperato richiamo d’aiuto.

Della stessa razza era Geremia, profeta del no, con la differenza che lui parlava con Dio. Ascoltava ciò che Dio gli diceva, a lui e solo a lui. Parole scomode, che Dio gli affidava proprio perché Geremia era uomo del no, sapendo che era in grado di portarle. E di trasmetterle, con il rischio che comportava. Se i profeti hanno vita difficile, Geremia ha il fardello più pesante di tutti. Il suo libro è un’incessante messa in discussione di ciò che è dato per certo. Il tentativo costante di risvegliare quelli che si assopiscono nella beata sensazione di avere compreso e di agire bene, dice André Neher, grande biblista e pensatore ebreo, morto a Gerusalemme nel 1988. Il Tempio è la casa di Dio? Sì, ma è simultaneamente altrove… La Torà è la regola dell’esistenza umana? Sì, ma è l’incrocio delle infinite strade di un’avventura che conduce ad altezze vertiginose…

L’Alleanza con la casa di Davide è la promessa messianica? Sì, ma ad ogni tappa l’Alleanza è dubbio, crisi, scelta tra vita e morte.
Ogni versetto della profezia di Geremia vuole insegnare che le risposte facili sono false e blasfeme, proprio perché facili.
Se fosse facile cogliere Dio in un attimo preciso… ma Dio è nell’uragano che passa, è un Nomade impenitente che abbandona il suo territorio, lo lascia ad altri per andare nel deserto, in un rifugio di viandanti (9,1), e pure se i passi di chi cerca lo trova, mantiene il suo anonimato geloso di Clandestino che fugge. Eyn- Shalom! Non c’è Pace!, è la parola chiave di Geremia per definire l’instabilità generale che non permette a nessuno di stabilirsi veramente in nessuna certezza.

Eppure per Geremia Dio non è nascosto, anzi, a differenza di altri profeti, non ci sono Angeli mediatori fra l’uomo Geremia e dunque tra ogni uomo e il Volto di Dio.
Si può volgere direttamente lo sguardo su di Lui, perché è Vivente e dunque conoscibile, ma solo se lo sguardo umano accetta di immergersi nella sua lontananza. Dio è lontano e nel suo allontanarsi è vicino. La piccola casa dell’uomo e l’infinita dimora dell’Altro sono reciprocamente accessibili, ma solo se l’uomo accetta instancabili e profonde esplorazioni, un instancabile cammino da nomade, viandante anonimo come è Lui. Scampati alla spada, andiamo, in marcia, non fermatevi mai (50,50): solo l’esilio interiore, a cui diventa perfino indifferente essere o no esiliati nella Storia, è creatore di Presenza e di Salvezza. Eccolo il sì.

Flaminia Morandi
NP aprile 2016

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