Il cielo vivente

Pubblicato il 24-08-2020

di Flaminia Morandi

«Devo essere Maria e da me far nascere Dio, perché egli mi conceda beatitudine eterna», dice un distico di Angelus Silesius, mistico del ’600 tedesco. Maria, la prima donna che dice di sì a Dio, apre il canale di comunicazione tra Dio e l’uomo, permette a Dio di diventare uomo e all’uomo di diventare come Dio. «Dio è la cosa più povera, che implora tutta nuda e sola», dice un altro distico di Silesius. Ecco l’«amore folle di Dio per l’uomo» di Nicola Cabasilas, uomo del ’400 bizantino: «il cristiano è un uomo miserabile, ma egli sa che c’è Qualcuno ancor più miserabile, questo Mendicante d’amore alla porta del cuore».

Da sempre Dio, essendo Amore, cerca qualcuno che lo ami e ora finalmente, attraverso il sì di Maria, l’ha trovato. E Pavel Evdokimov, uomo del ’900: la fede non è che «l’incontro dell’amore discendente di Dio e dell’amore ascendente dell’uomo». Senza amore non c’è fede: «Se Amore e Fede non faranno loro superare Ragione, teologi e chierici non capiranno, pur avendo chiari ingegni», dice Margherita Porete, mistica del ’300. Non hanno capito infatti: e l’hanno bruciata viva come eretica su una piazza di Parigi.

Piaccia o no ai teologi, la mistica è la filosofia, è la vera teologia che balbetta qualcosa che ha il profumo di Dio: non è un caso che i mistici di tutte le epoche, di tutte le latitudini e di tutte le religioni, parlino di Dio allo stesso modo, con parole che sembrano svelare il senso nascosto di quelle di Gesù. Sono i mistici a trasmetterci con le loro parole poetiche, sempre al limite, la fatica che ha fatto Gesù per farsi capire, fino a convincersi che non c’era altro modo per comunicare l’amore senza limiti di Dio che accettare di morire sul patibolo dei malfattori.

Non c’era altro modo per sconfiggere la morte che impedisce agli uomini di entrare nella dimensione del Risorto, per far capire che tempo ed eternità sono un’unica dimensione in Dio. E Silesius: «Dio non può diventare un oggetto d’amore per se stesso se non uscendo da se stesso, se non manifestando il suo essere infinito in forma finita. In altre parole diventando uomo.

Dio e l’uomo quindi sono essenzialmente Uno». Sì, parole al limite. Forse Angelus Silesius, nato in Slesia nel 1624 in piena Guerra dei Trent’anni, ne aveva viste troppe per preoccuparsi di velare l’essenziale del suo rapporto con Dio. Aveva assistito alle atrocità della guerra più infame combattuta sul suolo tedesco ed europeo (eccetto invasioni barbariche e due guerre mondiali): 12 milioni di morti e il solito tragico contorno di stupri, rapine, incendi, fame, pestilenze, crimini. Quando la vita è al limite, le parole sono al limite. Non c’è che una strada perché il mondo cambi: che l’uomo diventi come Dio: «Non andrai in cielo prima d’essere tu stesso un cielo vivente».

Flaminia Morandi
NP novembre 2020

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