Fuoco

Pubblicato il 29-05-2022

di Marco Grosseti

Luca cammina sopra un filo in equilibrio precario, si muove piano, pianissimo e potrebbe precipitare nel vuoto a ogni passo, ma nessuno lo sa. Calpesta strade, ponti, marciapiedi, attraversa giardini e piazze con il cappuccio sopra la testa, fa un passo e dopo un altro, la terra salda sotto i piedi, il portamento sicuro e l'aria decisa di chi ha fretta di arrivare, non si sa bene dove; saltella contento e quasi corre, in preda a un'ansia incontrollabile, smania per il suo pezzettino di felicità, che gli è necessario come un cubetto di cioccolato all'ora della merenda, il cuscino sopra cui poggiare la testa stremato quando arriva la notte.

La sua strada è disseminata di trappole: basta un lieve soffio di vento, il tocco fortuito di un altro bambino che percorre la sua stessa orbita e ne intralcia la traiettoria, inopportuno incrocio di impronte, la scomparsa improvvisa di un oggetto o di una persona che lo ancorava al suo filo e Luca va giù. Un altro bimbo prende in mano lo stesso pezzo di lego abbandonato sul pavimento con cui aveva pianificato di giocare dopo la macchinina rossa, una bimba dice ad alta voce quello che voleva dire lui, compare un numero sbagliato sopra il quaderno, un impiccio di poco conto costringe la maestra a dover rispondere alla simultanea richiesta d'aiuto di un altro suo piccolo amico.
Si spegne la luce e si accende il buio. Ci sono infiniti motivi per cui questo possa succedere, l'espressione che deforma e trasfigura il suo volto annuncia l'inizio della fine. Sono pochi i secondi di tempo per intervenire d'urgenza, rimuovere il dolore e con una posticcia opera di distrazione sovrapporre qualcosa, qualsiasi cosa ai fantasmi che iniziano a palesarsi nella sua testa, agganciarlo a un altro qualunque punto del filo da stringere forte, fortissimo per tenere lontano le lacrime, il buio, la paura, la disperazione. Oppure vederlo precipitare nel vuoto e assistere impotenti alla sua caduta in un mondo abitato da mostri.

Luca non sente e non vede più niente, i versi con cui ha iniziato a lamentarsi da qualche minuto come un animale ferito si trasformano in un pianto inconsolabile che sale lacrima dopo lacrima di volume, senza che possa accorgersi dei bambini che continuano a cercare di giocare al suo fianco, della voce che cerca di tranquillizzarlo dicendogli che non è successo niente di così importante e lo implora di non stare così male, non così tanto, non così forte, non davanti a tutti. Ma come fai a dire che non è niente a chi a ogni passo viene essere assalito dai fantasmi?
Luca ha passato anni a chiudersi dentro la camera con i fratelli, accucciati dietro una barricata di giocattoli, mentre dall'altra parte della casa papà diventava fuoco. Insieme a mamma hanno subito ogni forma possibile di cattiveria, Luca ha gli stessi sintomi di un bambino che è stato sotto le bombe, incurante di tutto e di tutti, esce e si allontana senza dire niente a nessuno, si nasconde in un angolo oppure dentro un armadio, cerca di addormentarsi e appoggia la testa sul banco trasformando il suo quaderno in un cuscino, per sprofondare in un sonno più dolce degli incubi che fa a occhi aperti.

Dicono che ancora prima di venire il mondo, quando siamo ancora nella pancia della mamma, grandi la metà di Cicciobello, iniziamo a ciucciarci il pollice per un'intima necessità di conforto e di coccole, il bisogno vitale di calmarci e consolarci, istinto naturale di rassicurazione e protezione, ragionevole tentativo di tenere a bada il dolore e lo stress che disturba la nostra lentissima lievitazione prima della comparsa. Abbiamo così bisogno di stare bene, di fare da soli, quando ancora non possiamo muovere un passo e siamo al sicuro dentro una pancia. Pensa dopo.
Luca sta giocando con i suoi amici e un altro bimbo correndo sbatte per sbaglio contro di lui. La faccia diventa brutta, il ricordo di quell'uomo che diventava fuoco riempie tutto di spavento e fa scomparire ogni cosa. Riuscirà a tenerlo a bada prima che tutto inizi a bruciare? Riusciremo a mandarlo via prima che il buio spenga la luce? Ogni sole ha il suo tramonto, ogni notte ha la sua alba. Anche quella di Luca.


Marco Grossetti
NP febbraio 2022

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