Contro natura

Pubblicato il 10-03-2022

di Max Laudadio

La guerra dovrebbe essere totalmente estranea all'uomo, poiché ne snatura l'essenza.

Cari amici, Si comincia da 1 vuol dire guardarsi allo specchio. Ma non con uno sguardo superficiale, con quello che solo gli occhi dell'anima possono garantire.

Per questo ho pensato di condividere con voi una lettera che un mio caro amico, il prof. Nicolò Raimondi, ha scritto in occasione della commemorazione dei caduti del 4 novembre scorso. La sposo in ogni sua frase e la ritengo spunto di riflessioni molto, molto importanti.

Buona lettura!

Ogni anno ricorrono delle giornate per commemorare persone ed eventi; spesso sono accadimenti che ricordano tragedie e azioni lontane da qualsiasi concezione di umanità. Come ad esempio la guerra. Niente tabù, né tra di noi, oggi, né nelle scuole o nei luoghi di lavoro: la guerra, qualunque guerra, è un'idiozia. Non si intende il principio di difesa della propria nazione, sacrosanto diritto. Ma intendiamo la gran parte delle guerre, che infatti sono di conquista, annientamento di popoli con unici grandi obiettivi: sfruttamento eco-nomico e sottomissione politica. Oriana Fallaci, riguardo la guerra in Vietnam scrisse: «Ma perché si deve sempre sporcar la bellezza?».

Se dovessimo lanciare un ampio sguardo nel tempo, dal '14-'18 ('15-'18 per la nostra Italia) ad oggi, non è possibile affermare che sia stato imparato qualcosa dal secolo scorso. Sicuramente in Europa, grazie a Dio, non si sono più aperti conflitti simili, escludendo i recenti avvenimenti dell'Europa dell'Est. Ma, ahimè, coloro che diedero la vita per la propria patria, per la libertà, come i nostri caduti, non auspicavano certamente di trasferire e continuare le guerre in giro per il mondo.

Noi saremo sempre grati a quegli uomini che dovettero partire per il fronte e difendere l'Italia, quegli stessi uomini che giunti sulle linee di combattimento compresero l'inutilità della guerra e l'incredibile crudeltà umana sfruttata da coloro che in giacca e cravatta, da alcuni uffici o saloni ben arredati, mandavano i soldati a morire. Molte lettere spedite dai soldati parlano delle loro pessime condizioni di vita al fronte, ma non solo per il fatto stesso di rischiare la vita ogni giorno, ma anche per il senso di abbandono da parte delle alte gerarchie. Ma più di tutto, la sofferenza, l'immane tragedia che nessuno sospettava sarebbe avvenuta. Lo abbiamo spesso sentito: un'incredibile carneficina. Noi non dobbiamo più commemorare quell'orrenda guerra, ma dobbiamo rendere onore a quei ragazzi e uomini che si sono sacrificati, consapevoli di morire, per poter garantire un futuro più libero per le generazioni a venire, erano convinti di questo, anche se poi, noi lo sappiamo, non andò proprio come loro speravano; infatti si arrivò al secondo conflitto mondiale.

Quasi tutti noi abbiamo avuto la fortuna di sentire dei testimoni diretti di quegli eventi, qualche nonno o zio, e siamo rimasti profondamente colpiti da quei racconti e grati di poter oggi vivere senza la paura di non riuscire a vedere il tramonto. Perpetuare la memoria di coloro che sono caduti, deve servire alle generazioni future a rialzarsi, sempre. Tutti i monumenti ai caduti sparsi in giro per il Paese, e che ogni anno ricevono corone nuove, devono essere per tutti un monito, come se fosse lanciato dai soldati stessi: «Cessate il fuoco! Basta violenza assurda! Basta uso delle armi, ma imparate l'uso del dialogo». Proprio come durante la notte di Natale del 1914, la famosa Tregua natalizia. La guerra dovrebbe essere totalmente estranea all'uomo, poiché ne snatura l'essenza; infatti noi esseri umani siamo nati per l'incontro con l'altro, per arricchirci delle relazioni con il diverso, non per annientarlo, la legge del più forte non esiste ed è inutile scomodare Darwin a tal proposito, dato che la sua teoria era posta con ben altri termini.

Continuare a commemorare i caduti della Grande Guerra il 4 novembre?

Nel modo più assoluto, ricordandoci però di non farlo mai come semplice e asettico dovere, ma mettendoci il cuore. Iniziando da noi, dalle nostre case, dalle nostre città, iniziando da qui a cessare il fuoco delle assurde rivalità e violente contese. La pace non deve essere un'utopia o una leggenda, ma deve diventare un dato di fatto, in Italia e in ogni luogo di questo meraviglioso mondo. Per questo la guerra, qualunque guerra, è un'idiozia: distrugge l'uomo e distrugge il creato.

I nostri obiettivi sono ben altri.

Ringrazio il prof. Nicolò Raimondi per aver concesso la pubblicazione della sua lettera. Perché la Pace è possibile! È sempre e solo una questione di scelte.

Max Laudadio

NP dicembre 2021

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