Bernardino

Pubblicato il 25-01-2022

di Flaminia Morandi

Un contadino e sua moglie avevano un bel bambino e un cane, buono e molto amato. Un giorno vanno tutti e due al mercato e lasciano il cane a guardia del bambino. Al ritorno il cane va loro incontro scodinzolando con la bocca insanguinata. Il contadino pensa al peggio e lo uccide. Ma quando entra nella stanza del figlio, lo trova vispo e arzillo accanto a un grosso serpente ucciso. Addolorato, seppellisce il cane con tutti gli onori e gli fa una bella tomba dove ogni tanto va a pregare. Anche la gente si ferma ad onorare il buon cane. Passa il tempo, la memoria del fatto si dissolve, la gente continua ad andare a pregare su quella tomba ma nessuno ricorda più che è la tomba di un cane. Qualcuno riceve una grazia, avvengono miracoli. «Ed era nu cane!», commenta san Bernardino da Siena. Ad ogni miracolo, Gesù non bada a dire: Figlia, la tua fede ti ha salvato, Sia fatto a voi secondo la vostra fede? È la fede che fa accadere i miracoli: sta a noi il primo passo per credere e abbandonarsi a Dio. Per commentare quel passo di Matteo che dice che dal cuore dell'uomo escono la calunnia e tutti i mali, Bernardino ricorre alle ranocchie. «La ranocchia fa qua qua… (e qui Bernardino, che era un gran imitatore di suoni, si metteva a gracidare). Ma giunto che "io so alla fossa dove quelle so", subito fuggono sotto, e "niuna" fa più motto. Così fa lo infamatore; quando vuole infamare, usa "quello dire qua qua". E come ci si può difendere? "Colui che si sente chiamare, che vada là: eccomi qua, che è? Non è più nulla"». Grazie a un devoto cimatore di panni che s'era inventato una forma di stenografia, le prediche di san Bernardino dal 1427 sono arrivate fino a noi. È un colto teologo francescano ma parla in volgare, quando ancora i preti predicano in latino. Evita come la peste le citazioni erudite, usa le tecniche del teatro, parla chiarozo chiarozo e col cuore, per commuovere e illuminare. Fa riferimento alle uniche immagini che il popolo di allora vedeva, le storie della salvezza affrescate sui muri delle chiese e nei palazzi.

Aveva la vita più facile di oggi? Mica tanto. A un certo punto, nello sforzo di trovare un antidoto al ricorso della gente alla magia, con sapiente regia di suoni e luci tira fuori una tavoletta con l'abbreviazione del nome di Gesù: IHS scritta dentro un sole con 12 raggi grandi (i 12 articoli di fede) e 144 piccoli (i 144.000 eletti dell'Apocalisse) e una croce che sale dalla lettera H. La tavoletta lo mette nei guai, è accusato di diffondere dottrine eretiche come l'importanza delle lettere, tipica della mistica ebraica. Viene convocato a Roma, rischia di essere bruciato se un mare di gente in processione non facesse cambiare idea agli inquisitori.

Dio incarnato esige l'incarnazione in ogni tempo. Oggi che siamo sommersi da immagini e discorsi di tutti i tipi, ai predicatori tocca piuttosto approfondire, rivelare il senso nascosto. Ma a tutti, in ogni tempo, sta adorare «il sustanziale ch'è sotto a cotale lettera» del nome di Gesù, diceva Bernardino. «Tre sono le "scrittura": una nel cuore, una nella parola e una nello esempro»: la vita. Lì non c'è trucco: se lo ami davvero, il nome di Gesù lo trasmetti senza parole.


Flaminia Morandi
NP ottobre 2021

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