Amore andante

Pubblicato il 17-10-2023

di Mauro Tabasso

Da anni provo con tutto me stesso ad amarmi. Il problema è che non sono ricambiato, e adesso sono un po’ stanco di provarci. Troppe energie spese. Quindi mi detesto serenamente ma lo faccio con stile, ironia, senza infierire e senza mai prendermi troppo sul serio, piuttosto sull’Allegro, per usare un termine che mi è musicalmente familiare.

La musica è una di quelle espressioni che (anche se ne sei totalmente avulso) ti aiutano a esprimere un sentimento, uno stato d’animo, un turbamento. Non devi per forza essere un compositore; ti puoi servire benissimo di ciò che è già stato scritto (spesso molto meglio di come ci riusciresti tu) per esprimere un’emozione, individuarla, metterla a fuoco, perfino darle un nome. L’amore sta alla musica come i suoni e i rumori alle nostre orecchie, anche se siamo sordi. Sono infatti molte le persone che riescono a goderne anche se ipo o non udenti. Beethoven (di cui forse vi parlerò poi) non è che l’esempio più famoso.

Ma se siamo tra i fortunati che possono ascoltare, sapremo con certezza che alcune combinazioni sonore (timbri, ritmo, melodia, armonia, testo…) vanno diritte al cuore quasi senza passare dal cervello, e anche se non ci vogliamo bene, quelle sensazioni ci faranno sentire amati, coccolati. Alcuni giorni fa mi è capitato di scrivere una canzone dedicata ad un amico molto speciale dell’Arsenale della Pace. Ernesto (Olivero – ndr) mi ha dato un testo chiedendomi di musicarlo per fargli una sorpresa.

Non so se sapete che io ed Ernesto (come ho già scritto) siamo in verità la Olivero-Tabasso snc – società non conosciuta, anche se dopo anni di attività, forse, stiamo diventando spc – società poco conosciuta, almeno me ne illudo. Il testo di questa canzone (che un giorno pubblicheremo, dopo l’esecuzione privata dello scorso 2 agosto alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) dice così: “Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore”. Meno male che non saremo giudicati sulla musica; probabilmente sarei spacciato.

L’amore (anche se non me lo dimostro) dà certamente qualche chance in più (potrebbe sempre essere misericordioso). Ma questa frase così perentoria, quasi lapidaria, ci permette già di farci un’idea molto vaga sull’esito del giudizio. Se ami forse sarai giudicato benevolmente, e a proposito della sentenza, sono propenso a credere che l’amore che non esprimiamo sarà l’unico dolore che ci seguirà, forse il solo, il più grande. Quindi se non sai amare te stesso, ama almeno gli altri, e magari impara a rispettarti che è già una gran cosa (il rispetto è la base di un rapporto amoroso), così forse (parlo per me, si intende) un giorno imparerò anche a volermi bene, fermo restando il fatto che non ho grande simpatia per chi se ne vuole più del dovuto.

Poi la musica soccorre sempre il mio cuore dolorante, aprendomi gli occhi e facendomi notare che sono molte le persone che mi dimostrano affetto, alcune anche piuttosto sveglie. E se una persona che stimo mi vuole anche bene… boh, sarà che non sono proprio stonato da buttar via. E se non mi ricambio non fa nulla, per il momento posso accettare una dignitosa e canzonatoria indifferenza.


Mauro Tabasso
NP agosto / settembre 2023

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