Pazzissima Dory

Pubblicato il 02-05-2023

di Marco Grossetti

Eri una bambina bellissima e fortissima, una rara malattia genetica, l'atassia di Friederich, ha cercato di toglierti la spensieratezza e la leggerezza di chi si affaccia alla vita, pensando sia tutto un bellissimo gioco. Il passo impacciato e l'equilibrio che non c'era più, hai smesso prima di correre, poi di camminare e di stare in piedi, la schiena che si incurvava e il cuore che batteva ora più piano, ora più veloce del normale, tu che finivi sempre per terra senza sapere perché.

Secondo le leggi che governano il mondo, eri solo un problema, buona per dispiacersi e maledire il Cielo, ma tu vivevi secondo un'altra legge, quella dell'amore e non hai smesso di sentirti bellissima e fortissima. Non ci volevi stare per tutta la vita in un angolo, sola con la tua tristezza, a vedere tutti piangere e compatirti per quanto, poverina tu, eri venuta male.

Non so dove hai trovato la forza e come ti sia venuto in mente di volere anche tu una vita, di essere il contrario e di fare sempre l'opposto di quello che dicevano tutti. Noi vedevamo le ruote sopra cui, piano piano, tu ti muovevi e ti spostavi da un posto all'altro, ma tu avevi le ali, la schiena era tutta storta, ma il cuore era dritto e pretendeva la stessa felicità degli altri. Un giorno hai deciso che vada come vada, con le buone o con le cattive, il tuo pezzo di felicità te la saresti preso tutto, quella brutta malattia ti aveva già rubato troppe cose, non avevi bisogno di una rete speciale di protezione per non essere esposta a ulteriore sofferenza, volevi sbattere il muso come facevano gli altri.

L'Arsenale della Pace era il posto che raggiungevi abbastanza tranquillamente dalla Valtellina, facendo poche ore di treno. Bastava trovare un'amica che veniva con te o molto semplicemente richiedere l'assistenza per scendere e salire dai treni, non ti saresti fermata davanti a così poco. Sapevi meglio di chiunque altro quanto possono fare male le parole sbagliate e gli occhi con cui ti guarda una persona; tu che, quando piangevi, piangevi davvero, ma eri sempre bellissimo sorriso, sapevi che cadere fa male, ma che a forza di strisciare in qualche modo poi ti ritrovi su, perché non c'è nessun limite tranne quelli che ci mettiamo noi da soli. Avevi un albergo con mille stanze e montagne bellissime attorno, ma volevi il mondo e, mentre noi pensavamo a quanto tutto fosse difficile e non ci muovevamo di un passo, tu sei salita sopra un aereo e sei andata a vivere dove c'è sempre il sole, anche se non conoscevi nessuno che potesse tirarti su e giù da terra, anche se parlavano tutti una lingua a te sconosciuta. In Andalusia hai trovato una nuova casa e un nuovo amore, ti sei presa la vita, tutta, sino all'ultimo giorno. Non hai mai pensato che quella malattia ti avrebbe potuto impedire di vivere, viaggiare, avere una vita normale, amare ed essere amata. Ci vorrebbe una Dory in ogni scuola e in ogni paese a incoraggiare con il suo sorriso tutti quelli che hanno sempre una scusa pronta, che pensano di essere venuti male, di non avere la forza, di non potercela fare.
Ciao pazzissima Dory, che sei rimasta sempre bellissima e fortissima come eri da bambina, ora che guardiamo il Cielo, vediamo te, e – poverini noi – ci accorgiamo di essere venuti così così, e di quanto benissimo sei venuta tu.


Marco Grossetti
NP febbraio 2023

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