Il samaritano, da Gerico a San Paolo

Pubblicato il 07-12-2022

di Alberto Brigato

Parlare del Buon Samaritano in una casa che accoglie 1.200 persone ogni giorno potrebbe risultare un po’ retorico. Tra le tante storie che sono passate da questa casa, chissà quanti si sono già trovati più volte nella vita in questa stessa situazione: di essere sulla strada, magari feriti e soli... E chissà quanti – almeno una volta nella vita – sono stati derubati mentre erano per strada, quanti hanno visto un uomo coricato su un marciapiede e sono passati oltre, magari con un po’ di fretta. Quanti sono stati proprio quell’uomo in strada, anche solo per una notte, una settimana o qualche anno.

Ma uno dei più grandi e importanti aspetti della Parola di Dio è che essa è creatrice, cioè che forma e dà vita alle cose nel corso degli anni: genera pensieri e idee diverse in persone diverse, suscita suggestioni, desideri, intuizioni. La Parola di Dio è viva nella mia vita nella misura in cui io la frequento, io la lascio parlare in me, giorno per giorno. Proprio per questo non è necessario dormire una notte sul marciapiede, essere stati derubati o essere samaritani, per capire i personaggi di questa parabola. Ognuna di queste persone parla al nostro cuore.
Siamo tutti su quella strada. La strada della nostra vita, con gli alti e i bassi, carichi dei nostri beni più preziosi o carichi dei nostri mali, senza fermaci, andiamo avanti, con la speranza della meta finale, un po’ di meritato riposo, ma non siamo soli su questa strada.
Tutti noi abbiamo delle cose cattive che ci assaltano, che ci derubano, che ci portano via non solo i beni materiali, come i soldi, la borsa, il cellulare, ma che ci tolgono anche molto della nostra umanità, di ciò che in fondo ha più valore. Ci sono persone che portano via il nostro tempo, le nostre speranze, i nostri affetti, persone che ci tolgono la dignità… e ci ritroviamo per terra.

Tutti noi abbiamo sperimentato il peso di uno sguardo severo, di un rimprovero. Tutti conosciamo bene la faccia di chi ci guarda con disprezzo, di chi ha ribrezzo di noi, di chi ha paura. Riconosciamo le grandi ferite dell’anima che le parole cattive possono provocare, le parole sussurrate o dette di nascosto, le parole pronunciate senza conoscere la storia, senza conoscere la verità.
Dall’altra parte, siamo stati anche noi dei buoni samaritani, quando ci siamo piegati per rialzare qualcuno, prendere in braccio un bambino, aiutare un anziano a camminare, quando abbiamo curato una ferita importante con una parola buona, con la preghiera o con un silenzio carico di comprensione.

Assaliti o briganti, sacerdoti, leviti, samaritani e locandieri… siamo tutti qui, su questa strada, Rua Almeida Lima 900, Mooca, in centro a San Paolo, dove c’è gente che fa la coda per entrare in Arsenale, gente che dorme per terra o che mangia su un materasso. Intanto centinaia di giovani menti dell’università, nostra vicina di casa, camminano veloci per tornare a casa, con la mente occupata e – forse – con il cuore da riscaldare.
Questo Vangelo ci tocca perché parla di noi, della nostra strada. Una Parola viva, oggi, per noi. I buoni samaritani.


Alberto Brigato
NP agosto / settembre 2022

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