Come un’unica famiglia

Pubblicato il 19-07-2016

di Redazione Sermig

In questo ultimo mese qui all'Arsenale dell’Incontro non sono mancate difficoltà e prove, ma anche occasioni per fare festa insieme, che ci piacerebbe condividere con tutti voi.

Martedì 14 giugno durante il mese di Ramadan abbiamo ricevuto da un’associazione caritativa locale la donazione di 250 pasti completi, che ci hanno permesso di “invitare a cena” per l’iftar di quella sera tutti gli studenti con le loro famiglie. Con i volontari abbiamo riempito il cortile di tavoli e sedie e preparato i giochi e l’accoglienza, ma la commozione più grande ce l’hanno regalata gli studenti e i loro genitori: in un clima di amicizia e davvero di famiglia sono stati insieme, si sono dati il benvenuto a vicenda come se ognuno stesse accogliendo gli altri a casa propria. Alcune famiglie hanno portato regali per gli altri bambini, altre dolci e caffè. E alla fine tanti papà, mamme, fratelli e sorelle ci hanno dato una mano a pulire, risistemare, fare la raccolta differenziata... mentre i più piccoli giocavano e ballavano. A un certo punto due mamme con lo sguardo fiero si sono avvicinate e ci hanno detto: “Questo pane non è stato toccato, lo abbiamo controllato tutto, potete usarlo domani con i bambini”, e al nostro grazie hanno ribattuto: “Anche noi siamo volontarie di questa casa!”. Alla fine della serata, un papà tra i più adulti si è avvicinato ai volontari che hanno animato la serata e ha detto loro: “Non ci sono parole per dirvi grazie per quello che avete fatto per noi stasera”.

Nei giorni successivi abbiamo continuato a tenere aperta la scuola, anche se tutte le altre scuole erano ormai chiuse, per permettere specialmente ai bambini e ai giovani che a casa non hanno grandi possibilità di continuare a venire. I sorrisi dei bimbi e la loro emozione per alcuni giochi didattici nuovi che ci sono stati regalati da una ditta italiana e l’impegno costante degli studenti del vocational training nell'agricoltura durante tutto il mese - nonostante il caldo e per alcuni il digiuno - ci hanno fatto toccare con mano ancora una volta l’importanza di tenere sempre aperta la porta dei nostri Arsenali.

Tra la fine di giugno e i primi di luglio tante famiglie irachene ospitate qui a Madaba, con cui abbiamo condiviso il cammino di questo anno e mezzo, sono partite perchè hanno finalmente ricevuto il visto per il Paese che li accoglierà e dove li aspetta il difficile compito di ricostruirsi un futuro, una vita. Canada, Stati Uniti, Australia... viaggi lunghi, con nel cuore la speranza, ma anche la fatica di lasciare di nuovo tutto e ricominciare ancora una volta da capo. Tra loro sono partite anche le famiglie di Yousef e Milad, che in tempo a Madaba sono stati tra i giovani iracheni i nostri volontari più fedeli. Ci siamo salutati con l’impegno di continuare a camminare insieme, affidandoci a Maria Madre dei Giovani e tentando di essere un segno di pace concreta là dove siamo. E con il sogno di rivederci in Italia per il Mondiale dei Giovani del prossimo anno.

Dal 12 luglio abbiamo anche un nuovo amico che ci protegge dal Cielo: si chiama Mahmoud, avrebbe compiuto 14 anni a novembre. Frequentava la nostra scuola dal 2010, con tanta gioia e il sorriso sempre sulle labbra nonostante una malattia degenerativa che lo accompagnava da tanto tempo. L’ultima volta che è venuto in Arsenale è stato alla festa di fine anno: sorretto dalle sue maestre è salito sul palco a ricevere il suo diploma di quest’anno e ognuno di noi che lo ha incrociato ha stampati nella mente e nel cuore due occhi limpidi, pieni di gioia e fieri di esserci. La sua mamma dopo il funerale ci ha detto: “Continuerò a venire all'Arsenale con mio marito e gli altri miei figli, non vi lasceremo, perchè ormai siete parte della nostra famiglia”. In un abbraccio commosso le abbiamo sussurrato: “L’Arsenale è casa vostra”.

Abbiamo cercato di vivere ogni situazione come un’unica grande famiglia, una comunità d’amore, che gioisce unita per le gioie di ciascuno e sostiene ognuno nel tempo del dolore e della fragilità. Tutto questo ci ha confermato ancora una volta che – come dice la Regola del Sí – solo “la vicinanza, l’amicizia, la condivisione vissuta aprono al dialogo”.

La Fraternità del Sermig a Madaba
sermig.org/it/giordania


 

 

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