Vite ricostruite

Pubblicato il 30-11-2023

di Redação Sermig

L’impegno della Fraternità di San Paolo per gli uomini di strada e per la loro integrazione sociale

«Buona sera a tutti! In questa serata molto speciale, voglio ringraziare il CONSCRE, Consiglio Statale Parlamentare delle Comunità di Radici e Culture straniere, entità creata dall'Assemblea Legislativa dello Stato di San Paolo, che mira a integrare le comunità straniere di diverse origini ed etnie residenti nello Stato.

Grazie mille per questa iniziativa e per chi ha proposto il mio nome, il Comitato degli Italiani all'Estero di San Paolo.

Questo omaggio che mi è stato rivolto è in realtà un omaggio a tutta la mia fraternità, la Fraternità della Speranza del Sermig, che da 27 anni porta avanti l’Arsenal da Esperança, sorto negli spazi dell´antica Hospedaria de Imigrantes che dalla fine dell’800 ha visto passare tra le sue mura milioni di stranieri, e che oggi accoglie 1.200 uomini di strada, sia brasiliani che stranieri, affinché possano davvero ricostruire la loro vita insieme a noi e imparare a vivere in una società nella quale a volte è difficile integrarsi. Non è facile, ma è quello che cerchiamo di fare ogni giorno. In questa serata vo-gliamo portare anche la nostra bandiera, che adesso vi facciamo vedere, e che riunisce tante nazioni del mondo con la parola “Pace”. È un modo per dire, in modo particolare questa sera e da questo luogo, che possiamo lavorare insieme per la pace, qui a San Paolo e in tutto il mondo, con la volontà di tutti di non considerare nessuno estraneo e vivere un concetto che è diventato un po' il nostro simbolo, “la bontà disarma”, frase molto cara al nostro fondatore Ernesto Olivero. Se sappiamo vivere questo possiamo andare oltre le divisioni, oltre ciò che può impedirci di integrare origini e provenienze diverse».

Con queste parole Gianfranco Mellino ha voluto ringraziare gli organizzatori del premio sopracitato che gli è stato consegnato l’11 settembre scorso e che ha come motivazione: L’ essersi distinto significativamente, con il suo servizio e la sua dedizione, nel panorama culturale e sociale della ricca storia di comunità con radici straniere dello Stato di San Paolo.

Gianfranco, piemontese di Mondovì, laureato in farmacia, appartiene alla fraternità Sermig dagli anni ’90 e nel 1996 è stato uno dei primi consacrati a lasciare l’Arsenale della Pace di Torino per raggiungere la città brasiliana che dalla fine dell’800 al 1970 ha accolto 30 milioni di emigrati europei di 70 nazionalità diverse, tra i quali gli italiani furono la parte più numerosa (1 milione soltanto nel 1890). Dal 21 febbraio 1874, giorno in cui arrivò nel porto di Vitória, nello Stato di Espírito Santo, il veliero La Sofia partito da Genova quasi due mesi prima, con a bordo centinaia di famiglie provenienti per larga parte dal sud Italia, Campania, Basilicata e Calabria, cui si aggiunsero negli anni successivi molti veneti, il Brasile ha accolto nelle sue piantagioni di caffè e nel seno delle città costiere i nostri connazionali, in stragrande maggioranza poveri contadini ed operai. Per questo l’accoglienza che viene fatta in quella che è stata l’antica Hospedaria de Imigrantes ha un significato particolare, quasi un restituire. Dopo tanti italiani arrivati con fatica e cercando aiuto, persone come Gianfranco hanno attraversato l’oceano per portare aiuto anziché chiederlo, per mettersi a servizio. L’11 settembre scorso quindi c’è stato un grazie. Prontamente “girato” alla comunità, specificatamente quella del Sermig, ma idealmente a tutti coloro che hanno creduto e credono nella solidarietà tra gli uomini di ogni provenienza.

La fraternità del Sermig in Brasile

NP Ottobre 2023

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