Piersanti Mattarella, Artigiano della Pace

Pubblicato il 13-10-2023

di Redazione Sermig

Caro Piersanti,
la morte ti ha incontrato
e ti ha reso vivo per sempre
tra le lacrime
dei tuoi cari.
Tu vivi
e sei per noi un esempio
sei per noi la certezza che il bene
nessuno lo può uccidere.

Ernesto Olivero

 

Artigiano della Pace è chi si adopera con coraggio, competenza, determinazione, talento, per creare i presupposti di una convivenza più giusta, dove la pace diventa possibile.
In ambito civile e politico significa: garantire a tutti i cittadini trasparenza nella cosa pubblica, diffuso benessere economico e giustizia sociale. ln questo senso,
Piersanti Mattarella è stato un autentico artigiano della pace, un martire della pace.
Negli anni ‘70, ha avuto il coraggio e la forza morale di intraprendere una politica di riforme per liberare la Sicilia dalla connivenza letale tra mafia e politica.
Un esempio di responsabilità e determinazione, legalità e coerenza, etica e politica.

 

Piersanti Mattarella nasce a Castellammare del Golfo il 24 maggio 1935, da Bernardo Mattarella, politico della Democrazia Cristiana, dieci volte ministro tra gli anni ‘50 e ‘60, e Maria Buccellato.
È il secondogenito di quattro fratelli. L’ultimo, Sergio, è il nostro Presidente della Repubblica. La famiglia si trasferisce a Roma nel 1948 e si impegna nell'Azione Cattolica. Si laurea a pieni voti in Giurisprudenza alla Sapienza.
Nel 1958 torna in Sicilia, si sposa con Irma Chiazzese, diventa assistente di diritto privato all’università di Palermo, nascono i figli Bernardo e Maria.
Tra il 1962 e il 1963 entra nella DC, nonostante il padre Bernardo lo volesse lontano dalla vita politica siciliana. Crede nel rinnovamento della DC a partire dal recupero delle sue radici religiose e morali.
Nel novembre 1964 diventa consigliere comunale a Palermo in piena crisi della DC: si stanno infatti affermando Lima e Ciancimino e si prepara il “sacco” della città. Nel 1967, entrato nell’Assemblea Regionale, Piersanti parla di trasparenza, si batte per evitare opacità e consorterie. Viene rieletto per due legislature, 1971 e 1976. Negli anni del “compromesso storico”, idea lanciata da Enrico Berlinguer nel 1973, Moro diventa per Piersanti un amico e un maestro, l’erede e il continuatore della linea storica e politica del cattolicesimo democratico di Sturzo e De Gasperi.
Non ha vita facile nella politica siciliana.
Custodisce attentamente la sua vita privata affinché non venga sfiorata da veleni.
L’8 febbraio 1978 viene eletto presidente della Regione Siciliana alla guida di una coalizione di centro sinistra con l'appoggio esterno del PCI. Pronuncia parole scomode contro la mafia, quando c’era ancora chi ne negava l’esistenza.
Ma, soprattutto, agisce sulla trasparenza del governo regionale con l'approvazione di riforme, in particolare sugli appalti e l’urbanistica, terreno della speculazione e degli interessi di mafiosi e palazzinari.
Il 6 gennaio 1980, giorno dell’Epifania, Piersanti esce dalla sua abitazione di via Libertà. Sale sulla sua auto per andare a messa con la famiglia. Non ha scorta. Nei giorni di festa Mattarella la rifiuta, vuole che gli agenti possano stare con le loro famiglie. Un killer si avvicina e gli spara. Uno dei figli corre ad avvertire il fratello Sergio, che scende immediatamente.
Lo accompagna nella corsa verso il pronto soccorso. Quando arrivano, Piersanti però non c’è più. Aveva solo 45 anni.
Sono passati quasi 43 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella e, se la sua morte rimane ancora oscura da un punto di vista processuale, resta luminosa la sua figura. Piersanti ha vissuto con la convinzione che per il cristiano non sia mai possibile scindere l’azione politica dalla moralità, dalla cultura della legalità, da una visione etica del servizio, della responsabilità individuale e della trasparenza.


A cura della redazione
Focus - Prepariamo la pace
NP agosto / settembre 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok