Nuovo Corviale

Pubblicato il 18-11-2022

di Max Ferrero e Renata Busettini

Il tema delle periferie è sempre di stringente attualità, ma rischia di diventare ancora più centrale nei prossimi mesi.
L’autunno 2022 si annuncia particolarmente caldo e non solo per il cambiamento climatico. L’eco delle conseguenze delle continue ondate pandemiche, della guerra in Ucraina e delle tensioni internazionali, della siccità, della paralisi dovuta alla crisi politica e alla campagna elettorale rischiano di picchiare duro sui ceti sociali più bassi.

Allora le periferie possono diventare un termometro importante per misurare la salute della nostra società. In questo speciale, Max Ferrero e Renata Busettini hanno indagato la vita e gli ambienti del “Serpentone” o “Chilometro”, il grande condominio di edilizia popolare della periferia romana del Corviale, per aiutarci a scoprire un angolo del nostro Paese in cui convivono in un equilibrio precario disagio e speranza. Come nel caso dell’inaugurazione del Campo dei Miracoli, lo scorso 26 febbraio 2022 alla presenza del Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella ha infatti presenziato alla prima partita del nuovo campo di calcio a 11 che sorge proprio davanti al “Serpentone”.

Il Nuovo Corviale è un palazzone lungo quasi un chilometro che, alla periferia sud di Roma, segna uno degli svariati fallimenti dell’edilizia popolare italiana. Nacque nel 1972 da un progetto di 23 architetti coordinati da Mario Fiorentino che avevano l’intento di formare una microcittà utopica, un agglomerato di persone e famiglie cooperanti e attive in un sogno di monumento popolare alla democrazia e al progresso.

Il progetto prevedeva la costruzione di 1.200 alloggi abitativi distribuiti su nove piani, 980 metri di lunghezza distribuiti su di un crinale elevato al di sopra di enormi distese di campi agricoli.
Il terzo piano di tutta la struttura doveva essere dedicato a varie attività di ordine ludico/ sociale: asili nido, biblioteche, ludoteche, luoghi d’incontro, cinema e negozi dove gli abitanti avrebbero potuto socializzare e vivere indipendenti dal lontano centro della capitale.
Ma tra l’intento e la realizzazione definitiva del progetto si compirono vari eventi che ne determinarono il triste destino odierno.

I lavori, iniziati nel 1975 procedettero con le solite, enormi difficoltà di italica memoria, finché nel 1982, con il fallimento dell’impresa incaricata della sua costruzione e la chiusura definitiva dei lavori, il famoso terzo piano della socializzazione non venne mai realizzato.
Proprio nel 1982 vennero assegnate le prime abitazioni, ma l’incompiutezza dell’opera, soprattutto concentrata sugli aspetti sociali e aggregativi del “mostro”, facilitò una serie infinita di occupazioni illegali che ne minarono definitivamente il progetto e le finalità.
Si calcola che circa il 60% degli affittuari odierni non paghi gli affitti, di conseguenza mancano i soldi per le più normali manutenzioni ordinarie.

Il mercato rionale interno ha chiuso da più di un decennio e degli spazi collettivi socializzanti rimane soltanto una biblioteca autogestita posta in uno dei corridoi interni, i quattro teatri all’aperto sono praticamente abbandonati e la palestra di boxe, uno dei pochi spazi interni in cui i giovani si ritrovano per fare attività aggregative, è anch’essa una struttura abusiva.

Si narra che lo stesso architetto Fiorentino si fosse suicidato per la vergogna di aver costruito un tale mostro edilizio.
Anche se la storia ufficiale ha dimostrato che il suo decesso sia stato causato da un infarto, tutta la popolazione del Nuovo Corviale non crede a una versione così banale. Anzi, sono convinti che l’intera struttura fosse nata come un carcere, un luogo di detenzione e di pena, e tale deve essere stato durante il periodo del lockdown, quando all’interno di questi alloggi l’unica possibilità era quella di osservare la campagna fuori dalle finestre con la capitale che si è mantenuta ben distante da questi luoghi e i vecchi campi coltivati sono adesso delle brulle distese di erba incolta e di mucchi d’immondizia abbandonata.
I giardini che dovevano abbellire gli spazi esterni al palazzone sono disadorni, sporchi e desolati.


NPEYES
Foto e testi - Max Ferreri e Renata Busettini
NP agosto / settembre 2022

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok