La forza della speranza

Pubblicato il 13-10-2023

di Redazione Sermig

Caro Presidente, è commovente per noi averla di nuovo qui all’Arsenale della Pace, questa volta insieme ai suoi figli e ai suoi nipoti. L’amicizia di questi anni con lei è stata intessuta di tanti incontri e appuntamenti.
Da quella prima volta nel maggio del 2015 per la Giornata del Perdono, la sua presenza e le sue parole ci hanno sempre accompagnato, hanno costellato i momenti più significativi della nostra vita.
Oggi però è una giornata speciale. L’Arsenale della Pace compie quarant’anni. Era il 2 agosto del 1983 quando entrammo per la prima volta nel rudere del vecchio arsenale militare.

L’arsenale ci fece entrare nella sproporzione che hanno tutte le cose di Dio, ma con lo sguardo di ideali puliti, della fede e della determinazione, lo vedevamo in qualche modo già fatto. Siamo stati testimoni di una riconversione commovente che ha coinvolto davvero milioni di persone.
L’Arsenale però non è stato solo la storia di una grande riconversione materiale. A noi piace vederlo come una grande metafora. Perché quello che è avvenuto qui, può avvenire anche nella vita di ognuno di noi, nella società, nelle relazioni tra gli Stati.
Anche per questo abbiamo desiderato accostare la festa per i 40 anni dell’Arsenale della Pace al ricordo di Piersanti Mattarella.

Non vogliamo ricordare solo i suoi meriti, il suo servizio e sacrificio, ma prima di tutto l’uomo, perché per ognuno di voi Piersanti è stato prima di tutto un papà, un fratello, un nonno, uno zio, una persona cara che vi è stata strappata. A lui oggi vogliamo dedicare il premio Artigiano della Pace con la motivazione, «perché il suo sacrificio non sia mai dimenticato e aiuti i giovani a vivere il coraggio della verità, l’impegno per il bene comune, ogni responsabilità come servizio, la politica come forma più alta di carità, gli ideali come fondamento della vita».
Questo premio però è anche per voi, per lei caro Presidente e per la sua famiglia, per l’esempio che avete dato in tutti questi anni. Siete stati anche voi come un arsenale, ferito dal male e segnato dal dolore. Eppure, non ne siete rimasti prigionieri.
Camminando insieme, anche voi, siete riusciti nel vostro piccolo a trasformare quel male e nel suo caso, Presidente, a farne il motore del suo impegno pubblico, a servizio di tutti.

Senza tante parole, con i fatti e con la vita, ci avete insegnato e dimostrato che se il dolore non passa, non si cancella e non si spiega, di certo non ha mai l’ultima parola. Questa, anche se a volte è difficile e non ci facciamo caso, è la forza della Speranza. L’unica cosa che conta! Grazie di cuore!

Redazione Sermig
Focus - Prepariamo la pace
NP agosto /settembre 2023


Sogno, un video commovente di Michelangelo Dotta ha riportato l’orologio indietro di 40 anni, al momento dell’ingresso nell’Arsenale «annerito dagli anni e avvolto in un silenzio di morte», come ricordano i testimoni. Le immagini si chiudono con le parole di Olivero pronunciate oggi in quello che è un monastero urbano, luogo di incontro di culture diverse, di solidarietà e di pace. «Ero un ragazzo e avevo un sogno – afferma il fondatore del Sermig –. Ho incontrato la tragedia della fame, ho sognato di sconfiggerla e di sconfiggere la guerra. Abbiamo creduto nella profezia di Isaia che vedeva le armi diventare aratri. Ogni pietra dell’Arsenale ha il volto di un amico che ha lavorato qui per un’ora, un giorno o vi è rimasto tutta la vita. L’Arsenale non si è mai fermato da allora, abbiamo dato ogni energia contro l’orrida guerra e la fame. L’Arsenale è di tutti. Occorre dare amore per moltiplicare amore».

Come Pertini 40 anni fa, Mattarella è stato accolto dal popolo del Sermig calorosamente, fermandosi in particolare a salutare, oltre ai volontari, i bambini di Felicizia, il progetto che raggruppa i bambini di 25 nazionalità del multietnico quartiere di Borgo Dora, accanto a Porta Palazzo, dove ha sede l'Arsenale.

Paolo Lambruschi, inviato di Avvenire

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