Francesco Pinna 1991-2011

Pubblicato il 12-03-2013

di andrea

di Andrea Gotico - La morte del giovane Pinna è uno di quegli eventi capaci di riempire le stanze di immagini ed emozioni, certo tristi. Chi di noi non ha sognato di girare il mondo, l’Italia, o anche solo la propria regione montando il palco di una rock band, magari il palco del suo cantante preferito. A suo tempo ho sognato di farlo, in ordine cronologico, per Alberto Camerini, Michael Jackson, John Remborn e i Deep Purple, in un turbine di sentimenti pop, metallari e folk. Mi ritrovo catapultato nel passato, mi sento Francesco Pinna, lo sono ancor di più nel momento in cui lo vedo colpire con arte marziale il petto del suo maestro nella home del sito di Jovanotti. Stava montando il suo palco per arrotondare, per pagarsi gli studi e sono certo che per lui non era solo un lavoro, ma un gran divertimento.

A commuovermi è anche Lorenzo, perché immagino il suo stato d’animo e lo si percepisce nell’aria, nelle sue dichiarazioni, nel suo parlare, nel suo silenzio. E sopra ogni cosa mi commuove pensare che la sua vita non sarà più la stessa, la sua musica neanche, ma questo è giusto. A volte la vita crea degli spazi temporali in cui la tragedia diventa insegnamento, dove ogni parola è al posto giusto, certo non tutti i bulloni. Mi commuovono i genitori di Pinna, anche se posso solo chiudere gli occhi ed immaginarmi padre il cui figlio proiettato nel futuro, monta il palco di una quasi anziana Lady Gaga, e lì, mentre sogna cose davvero grandi, muore in un momento che proprio non si immaginava. Muore nel punto esatto in cui nasceva. Solo così posso immaginare lontanamente il loro dolore. Ma so che non basta. Mi consolo e vorrei consolare pensando che tutto questo serve. Alla vita e non alla morte.

Orzata con Latte – Rubrica di Nuovo Progetto

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