Scuola more open
Pubblicato il 30-11-2020
Preparare gli insegnanti, anche con corsi obbligatori, a forme innovative di didattica; affermare un po’ di didattica a distanza come nuova opportunità, anche per lavori di gruppo degli studenti, per sentire e discutere opinioni esterne alla scuola sui temi contemporanei; innestare contenuti e metodi tecnologici nelle discipline esistenti collegandole alla vita degli studenti il più possibile; selezionare come gruppi di insegnanti, con gli studenti, temi di attualità trasversali e complessi per esercitare il proprio spirito critico, facendosi aiutare dall’uso delle nuove tecnologie.
Sono alcuni dei temi della didattica su cui dopo tante parole e anche tante stupidaggini dette e scritte nell’estate sulla scuola italiana, sarebbe utile diventassero un dibattito diffuso, continuo, trasparente, urgente. Dovrebbero impossessarsene gli insegnanti e gli studenti (pur attenti ai consigli esterni) che sono i veri protagonisti.
Dalla mia esperienza diretta, quindi non da un dato scientifico, c’è almeno un terzo di insegnanti che stanno sperimentando da anni su temi importanti e pressanti la loro impostazione di “fare scuola” attiva e coinvolgente. Devono fare un po’ più “rumore”. Avrei un appello da fare agli insegnanti di ogni livello scolastico e di ogni materia: in quest’anno scolastico introducete in una parte dei programmi, in modo interdisciplinare, il tema che i ragazzi stanno vivendo: il tema complesso e attuale del coronavirus allargato al vasto mondo dei microrganismi.
Vi fornisco alcune motivazioni, ma ne avete certamente molte di più nella vostra testa, a partire dal dato psicologico individuale e collettivo con cui ognuno sta reagendo a questo convivere con il virus. Anche proprio i problemi psicologici sollevati dalla malattia e dal lockdown meritano studi e approfondimenti specifici.
Dalla paura di ammalarsi, allo stress, all’ansia, legate spesso a situazioni di isolamento individuale, incertezza sul lavoro, sul futuro, preoccupazione per i familiari, perdita di reddito… fino ad arrivare alle forme di intolleranza verso chi segue le regole o viceversa verso chi non le segue (più difficili da esplicitare visivamente); la sfida aperta di tante persone (anche se in minoranza) che preferiscono ritenere il Covid un’invenzione per limitare la libertà. In base alle scelte di tante scuole potremo vedere se ha ragione o no il giornalista Piero Bianucci: «A lungo termine contro il diffondersi della cattiva informazione c’è solo la scuola».
Per aiutare questa riflessione a scuola e in famiglia, tra i tanti materiali, potete utilizzare gratuitamente il libro/ quaderno educational: CORONOVIRUS & C. scritto da Ecofficina – e aggiornato a settembre 2020 – apposta con scopo didattico per facilitarvi la ricerca di conoscenze di base e di approfondimenti.
Da scaricare all’indirizzo:
https://issuu.com/ecofficinasrl/docs/coronavirus___c
«A lungo termine contro il diffondersi della cattiva informazione c’è solo la scuola»
Carlo DeGiacomi
NP Ottobre 2020