Mascherina da superbonus

Pubblicato il 28-05-2022

di Carlo Degiacomi

I vari bonus edilizi e in particolare il superbonus 110% sono strumenti che vengono proposti per il rilancio di un settore molto in difficoltà come quello edile. I tempi di nuove costruzioni non sono più immaginabili perché non c’è domanda, il mercato è fermo e l’invenduto larghissimo. Senza interventi di risanamento e adeguamento si riduce il valore dell’esistente e costruire nuovi edifici è uno spreco ambientale di suolo e di materiali. La “manutenzione” può da un lato migliorare l’estetica, ma anche raggiungere obiettivi ambientali di minore consumo energetico da parte degli edifici e singoli appartamenti (scopo del superbonus).

Questo obiettivo richiede però una impostazione seria, di respiro, in grado di durare nel tempo e di dare fiato a un settore, professionisti e lavoratori, per almeno 4/5 anni. Ma che cosa è successo? Quando si scrive una legge, per quanto nuova nell’impostazione, bisogna che i tecnici ministeriali siano in grado di tradurre la volontà politica in meccanismi chiari e praticabili, che non diano adito ad abusi e che permettano di essere adottati senza troppa burocrazia e cavilli. Possibile che chi ha scritto queste norme non sia stato in grado, ad esempio, di prevedere per il bonus facciate che non inserire meccanismi di controllo e tariffe massime praticabili avrebbe dato la stura a comportamenti illeciti e speculativi?

E lo Stato perché non può intervenire sulle speculazioni e sul rialzo immotivato dei prezzi? Le banche si sono dimostrate spesso impreparate con il proprio personale, hanno affidato gran parte a enti esterni esperti di profit più che di sostegno professionale.
Hanno anch’esse per lo più esagerato nelle richieste delle percentuali a loro favore a fronte della cessione del credito, ben lontane da un concetto di servizio! Ma anche gli atteggiamenti dei singoli cittadini e dei condomini sono stati spesso incredibili.

Ne cito alcuni. Diffidenza verso lo Stato: «non credo che lo Stato ci regali dei soldi»; «alla fine troverà il modo di farci restituire i soldi». Diffidenza verso le tecnologie: «il cappotto (che pure è una tecnologia praticata bene da 30 anni!) è una cosa che non funziona», «ci toglie 10 cm sui terrazzi», «è inutile per trattenere il caldo». Insomma tutti termo tecnici e architetti “laureati” sui social! Ma soprattutto incapacità degli amministratori di gestire una discussione certamente difficile nei condomini, perché privi di conoscenze e di formazione, oppure attenti solo alle “tangenti” delle aziende nei loro riguardi, oppure alla crescita di lavoro e ai rischi supplementari, quindi capaci solo di sconsigliare interventi.

E ancora (qui il legislatore aveva capito il problema riducendo la possibilità di deliberare il 110% a 1/3 dei proprietari) la difficoltà a far scattare in assemblea un solo e semplice ragionamento: possiamo valorizzare l’edificio e l’alloggio con poca spesa per ogni singolo alloggio o, nelle situazioni migliori, a costo zero (ce ne sono state molte), se siamo uniti e decisi a fare un’azione concreta per l’ambiente e le emissioni di CO2 insieme. Sono prevalse per lo più piccole faide interne, vecchie ripicche, veti incrociati, menefreghismo invece di solidarietà verso i proprietari che non hanno fondi per intervenire da soli.

Quando non si è assistito a un’esplicita volontà di frodare con ristrutturazioni tramite il 110% (azioni previste nella legge con il bonus al 50% per molte azioni) e di aumentare gli aspetti illegali di cubature. Tutto questo mix ha determinato per molti, troppi condomìni la rinuncia ad accedere al superbonus, «perdendo così il treno che passa oggi, una sola volta». Sono edifici che si troveranno nei prossimi anni a dover comunque intervenire nelle parti comuni, come nei singoli alloggi, per stare sul mercato e per avere possibilità di vendita e di abitabilità dei propri alloggi, comfort, condizioni di minore spesa energetica e di conseguenza di “inquinamento” con le emissioni di CO2.

Nell’ambito dell’anno 2021 qualche semplificazione burocratica è stata fatta. Il bonus facciate è stato in parte castigato, causa i troppi abusi, riducendo la percentuale e richiedendo asseverazioni sulle spese (si parla di 1 miliardo di spesa contestato per ora dall’Agenzia delle entrate). Il superbonus 110% è stato confermato e allungato dopo la discreta sperimentazione per chi ha aderito seriamente, ma “senza lode” per i motivi sopra indicati.

L’ENEA SCRIVE che a novembre 2021 erano in corso 69.390 interventi incentivati di efficienza energetica (110), 11,9 miliardi di investimenti che portano a detrazioni per 13,1 miliardi. Sono 10.339 i lavori condominiali avviati (625 già ultimati), che rappresentano il 49,7% del totale degli investimenti. I lavori negli edifici unifamiliari sono 35.542 e negli edifici con pluri alloggi 23.508 (75,9% già realizzati) corrispondenti rispettivamente al 31,5% e al 18,8% degli investimenti. Lombardia, Veneto, Lazio le regioni con i maggiori lavori.


Carlo Degiacomi
NP febbraio 2022

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