Lo sguardo di Maria

Pubblicato il 12-12-2022

di Rosanna Tabasso

Nei giorni di nebbia su Torino, la nostra fraternità a Superga ci mandava dalla basilica immagini bellissime di luce, di sole, di cielo azzurro, di nuvole bianche, fitte sulla nostra città

 

 

 

 

 

È importante fare memoria dei doni ricevuti: l’ingresso all’Arsenale il 2 agosto di 39 anni fa e quello del 2 agosto di un anno fa, quando siamo diventati custodi della Basilica di Superga.

Poi, il 21 settembre 2019, l’Arsenale è diventato Casa di Maria per il desiderio del vescovo Cesare Nosiglia e alla presenza del cardinale Bassetti.

Casa di Maria: luogo della ferialità, luogo dove ogni giorno ci spartiamo con i poveri, con i giovani, con i bi-sogni della nostra città. Casa di Maria: luogo di accoglienza, di rifugio, di immersione nei bisogni dell’uomo. Come se, attraverso Maria, dovesse avvenire proprio nelle nostre vite una nuova incarnazione, per portare ancora una volta come ha fatto Lei Gesù, il Cristo nel cuore del mondo.

Anche Superga è una casa di Maria. È però un luogo posto sul monte, quasi a dirci che qualche volta, con Maria, dobbiamo salire anche un po’ in alto, sopra tutte le fatiche quotidiane. Con Lei salire sul monte per guardare le cose di Dio più da vicino. Con Lei lasciarci guidare nell’incontro profondo, autentico, vivo con quel Gesù che ci cambia la vita, con quelle cose di Dio con cui Lei aveva tanta familiarità e che sono anche per noi: le altezze, le profondità dell’essere con Dio.

Una città sul monte la nostra Superga, un piccolo borgo che guarda una grande città, guarda la vita sot-tostante, sospesa tra la terra, la vita degli uomini, e il Cielo. Nei giorni di nebbia su Torino, la nostra fraternità a Superga ci mandava dalla basilica immagini bellissime di luce, di sole, di cielo azzurro, di nuvole bianche, fitte sulla nostra città. È proprio il paradigma della nostra vita con Maria.

Superga è anche un luogo di bellezza, un luogo di armonia, un luogo per elevare lo Spirito: di questo ab-biamo bisogno per avvicinarci a Dio. La bellezza, l’armonia parlano al nostro cuore, ci aiutano a guardare oltre la fatica, il dolore, la limitatezza della nostra esistenza. Ci aiutano a guardare là dove tutti siamo diretti, là dove sarà la vita per sempre.

Siamo arrivati là un anno fa, senza programmi e progetti precisi, ma sapendo bene che vogliamo vivere con Maria le cose di Dio e degli uomini, fare famiglia con Lei e con Lei fare famiglia con lo sguardo di Dio su di noi. Fare famiglia con la realtà del Regno, con quell’oltre a cui tutti guardiamo per trovare speranza.

Soprattutto in tempi come questi che, dopo anni di pandemia, vedono la tragedia della guerra così vicina a noi. Tutto è così difficile e faticoso… Quante volte ci diciamo di avere bisogno di speranza? Quante volte in una giornata viviamo l’esperienza dolorosa di toccare i nostri limiti?

Ecco perché è decisivo guardare oltre, con lo sguardo di Maria, verso le cose di Dio.

A Superga, attraverso il volto di Maria, Madre delle Grazie. Da secoli su quella collina, la più alta della nostra città, si prega la Madre delle Grazie, a ricordo del voto fatto per chiedere protezione sulla città durante l’assedio francese del 1706. Anche a noi, adesso, capita di guardare lassù, verso quel luogo per chiedere le grazie di cui abbiamo bisogno, per affidarci e vivere l’obbedienza al Padre.

All’Arsenale, attraverso Maria Madre dei giovani, la Madre delle Tre Mani, quasi a dirci che Lei si impasta con noi nel servizio quotidiano e serve con noi, soprattutto i giovani.

Rosanna Tabasso

NP Agosto-Settembre 2022

 

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