Ambiente

Pubblicato il 31-10-2021

di Carlo Degiacomi

«Ognuno di noi può fare qualcosa» è stato e rimane il leit motiv della cultura ecologista. Oggi però si tratta sempre più di capire che cosa si sta muovendo nelle azioni concrete e non solo nelle parole dei tanti soggetti che decidono le grandi scelte Passiamo in rassegna i segnali. I gas serra in eccesso sono prodotti da attività dell'uomo: la produzione di energia (il 73,4%), l'agricoltura e la zootecnia (18,4%). L'energia è prodotta per l'industria (24%), i trasporti (16%), il riscaldamento (17,5%).
Nel 2015, 196 Paesi hanno firmato l'accordo di Parigi: l'impegno a mantenere la temperatura media globale entro 2 °C – ma preferibilmente 1,5 °C – del suo livello preindustriale. In Europa il 2020 è stato l'anno più caldo di sempre. L'Unione Europea ha deciso di ridurre entro il 2030 (10 anni fondamentali) le e mis sioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 per raggiungere poi emissioni nette pari a zero nel 2050. Per fare questo devono cambiare i nostri sistemi industriali, energetici, della mobilità, dell'alimentazione. Sono necessari alti investimenti. Il Piano d'azione si chiama Green Deal Europeo, un rilancio in chiave ambientalista del progetto europeo. La sfida è trasformare le questioni ambientali in sviluppo e innovazione, creare lavoro, ridurre disoccupazione e diseguaglianze. Per la presidente della Commissione Von de Leyen «l'Europa sarà il primo continente climaticamente neutro. Ma non vuole essere l'unico».

L'Unione Europea oggi rappresenta il 10% delle emissioni globali. Nel 2020 sono 6 i Paesi responsabili del 60% dei gas serra totali: Cina, Stati Uniti, India, Russia, Giappone e Germania. L'Italia è al ventesimo posto con l'emissione di 33 giga-tonnellate, un po' meno della metà della Germania. Il nostro contributo pro-capite ci porta al quindicesimo posto (5,56 tonnellate a testa), meno di tedeschi, polacchi e inglesi, ma più di tutti gli altri europei. L'emissione cumulata di gas serra è attribuibile per il 25% agli Stati Uniti, per il 22% ai Paesi Ue, e per 12,7% alla Cina.

Come passare da battaglie commerciali e geopolitiche ad un vero Green Deal globale? Gli USA (15% delle emissioni totali con il 4% della popolazione totale) sono rientrati negli accordi di Parigi ed hanno promosso il summit internazionale del 22 aprile (Earth day). Per Joe Biden «gli Usa voglio arrivare a una economia a emissioni zero entro il 2050». La Cina ha dichiarato che sarà ad emissioni zero entro il 2060. Per il segretario dell'Onu Antonio Guterres è il momento di tradurre gli impegni presi in azioni concrete. l'Agenzia Internazionale dell'energia ha lanciato l'allarme. Il 2021 rischia di essere il secondo anno più dannoso della storia per la quantità di CO2 rilasciata.
Google Earth per la giornata della Terra 2021 ha fornito una nuova funzionalità: Google Earth Timelapse: permette di osservare sul telefonino come è mutato il pianeta negli ultimi 37 anni: 24 milioni di foto satellitari dal 1984 ad oggi.


Carlo Degiacomi
NP giugno/luglio 2021

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