La coscienza d'Italia
Pubblicato il 23-10-2021
L'imprevisto accolto è uno dei battiti del cuore del Sermig. Contesti e situazioni diverse, ma lo stesso metodo: la disponibilità a farsi interpellare dalle situazioni, dagli incontri, dalla vita che scorre. Anche questa volta è andata così. Oltre un anno di chiusure per il Covid, le attività degli Arsenali al rallentatore, l'impossibilità di incontrare le persone e i tanti gruppi di amici in tutta Italia. Soprattutto, il desiderio di affidare al mondo alcune chiavi di ripartenza, quella Lettera alla Coscienza già sottoscritta da migliaia di giovani e ancora così fresca nella sua forza ideale.
Il Giro d'Italia è stato l'imprevisto giusto: un'idea apparentemente sopra le righe, un briciolo di coraggio e tanta voglia di fare, la disponibilità dell'organizzazione. Gli ingredienti che nell'arco di poche settimane hanno reso possibile la partecipazione del Sermig alla corsa rosa come partner sociale. Ventuno tappe, 3.749 km di percorso, ribattezzati subito "di speranza", due macchine pronte a partire con decine di gruppi delle varie città disponibili ad accogliere. Il viaggio è cominciato così nel cuore di un maggio di lenta ripartenza e di qualche riapertura sull'onda del miglioramento dei dati della pandemia.
La Fraternità e i volontari del Sermig si sono messi così al seguito della carovana partita da Torino per arrivare a fine maggio a Milano. In mezzo, decine di città e paesi, di regioni, dal Piemonte all'Emilia Romagna, dall'Abruzzo alla Puglia, per risalire poi in Toscana, in Veneto e Friuli Venezia Giulia, il Trentino e la Lombardia.
Incontri con i giovani, testimonianze e buone notizie nelle tappe di arrivo, la consegna della Lettera alla Coscienza (a destra uno stralcio) alla gente comune, ma anche a oltre 80 autorità: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti. E poi, vescovi, sindaci, presidenti di provincia e di regione, rettori delle Università. La riflessione sulla coscienza e la speranza ha animato decine di momenti di preghiera e di visite ai monasteri di clausura, ma anche gli appuntamenti nelle scuole, nelle associazioni, nelle realtà civili.
Senza dimenticare le testimonianze di testimonial e personaggi che hanno condiviso la loro esperienza. Quasi duecento contributi in un mese confluiti in gran parte nelle quattro puntate di un "vlog" che è stato trasmesso sui canali social del Sermig. Tanta ricchezza, tanti spunti da tenere stretti, tanta speranza, quella vera, mai episodica, mai eclatante. La speranza da scovare, da trovare semplicemente in "giro".
Francesca Fabi
NP Focus
giugno / luglio 2021