Il Vangelo ci comunica Gesù e noi cerchiamo di trasformare la nostra vita nella Sua.
di Rosanna Tabasso
Qualche mese (ndr inizio 2017) fa il vescovo di Torino Cesare Nosiglia ci ha tenuto un ritiro e ha commentato la pagina della Regola della Fraternità del Sermig: Il Vangelo nostra regola, richiamando l’impegno di Francesco d’Assisi a seguire il Vangelo sine glossa, senza se e senza ma, “perché il Vangelo non è un libro, ma è una persona. Il Vangelo ci comunica Gesù perché lui viene ad abitare in noi”. Questa pagina è stata la prima che Ernesto Olivero ha scritto ed esprime una profonda nostalgia di autenticità, un desiderio di ripartire dalle origini, dal punto più vicino alla vita di Gesù. È una ricerca che ci sta conducendo all’essenza del cristianesimo: far vivere semplicemente Cristo nelle opere, per “trasformare la nostra vita nella sua”.
La nostra è la nostalgia di chi vive nel mondo come in un abito che non gli calza bene e cerca altre vie dove la persona sia al centro, le relazioni siano mosse dall’amore, le leggi rispecchino diritti e doveri per tutti, dove non si venga meno al rispetto dei più deboli e dell’armonia del creato, dove si tenga conto che la vita, abbandonata a se stessa, muore e che in ognuno c’è un bisogno insopprimibile di Dio.
Il Vangelo rispecchia questo tipo di vita, una vita buona per tutti che noi cristiani abbiamo trattato spesso come una bella favola per bambini, non come un progetto di vita possibile in questo mondo. Il Vangelo non è un’illusione, una fuga dalla realtà. È vita concreta, se sostituiamo la mentalità del mondo con la sua. Il Vangelo ascoltato, pregato, calato nella vita di ogni giorno opera questa trasformazione. Chi familiarizza con la Parola cambia, lentamente ma radicalmente.
Ne abbiamo bisogno tutti, soprattutto i giovani. Ne abbiamo fatto esperienza all’Arsenale durante l’estate, proponendo un percorso di ascolto del Vangelo con un breve commento e qualche spunto per la giornata. In poco tempo, ha creato un clima diverso tra le persone, uno sguardo diverso sulla vita e per ognuno è stato come iniziare un viaggio dentro se stesso. Giorno dopo giorno, la Parola svela a chi l’ascolta la sua preziosità, la sua unicità, il suo essere sempre nuova. È la via di un incontro personale con Gesù e l’inizio di un rapporto con Lui: imparo a conoscere i tratti della sua Persona, il suo essere amico, maestro, compagno di strada, Figlio di Dio, risorto e vivo; nell’incontro con donne, malati, bambini, con farisei o peccatori riconosco il suo modo di porsi, di farsi vicino, di comunicarsi e di cambiare la qualità della vita.
Giorno dopo giorno, impariamo le condizioni con cui leggere la Parola, le intenzioni di chi scrive, e “l’assurdità delle beatitudini, il porgere l’altra guancia, il perdono diventano possibili”. Perfino le pagine più difficili svelano il loro significato e la comprensione apre allo stupore dell’amore. Così, accompagnati in questo percorso, tutti riscoprono la bellezza, la novità, la completezza del Vangelo, tutti imparano a sentirlo vera risposta alla loro ricerca più profonda.
Colpisce che anche i giovani lontani da questa sensibilità e i più lontani dalla fede, guidati, scoprano la risposta alle loro seti di significato e di senso nella proposta di vita di Gesù: “Ho sete delle cose che fanno star bene me e gli altri, come l’amore e l’amicizia. Mi colpisce come molti siano convinti che dentro ad ogni persona ci sia qualcosa di buono e questo ci fa vivere meglio, mentre io spesso non ci penso e mi sembra di essere una nullità con nessuna bellezza dentro. Posso essere me stessa senza maschere sul viso, e se vivo così posso incontrare veramente gli altri e Gesù stesso. Tutti abbiamo un valore, a volte non lo so riconoscere.
Gesù ha dato valore a ogni persona che ha incontrato, e questo l’ha fatta rinascere. Non devo sentirmi in colpa perché ho dei dubbi su Dio, ma piuttosto imparare a cercarlo in diverse forme, nelle persone. Ho capito di aver bisogno di qualcosa che va oltre le cose che ho e che faccio ogni giorno… e che a un certo punto della vita bisogna saperlo fare, bisogna avere il coraggio di farlo e di abbandonarsi a questo Amore più grande di noi.”