Lo spazio dell'incontro

Pubblicato il 23-10-2021

di Suor Chiara

Suor Chiara fa parte della comunità di clausura del monastero di santa Veronica Giuliani di Città di Castello.
La clausura è una scelta per molti ancora difficile da capire, eppure piena di senso. «Sembra una limitazione – spiega – in realtà è soprattutto un fare spazio».

A cosa?
L'essenziale, per chi si concentra soprattutto sull'ascolto di Dio, è l'ascolto dell'uomo. Quindi questo isolamento è un'apertura, e in questo tempo di pandemia in cui c'è stato tanto ascolto con il telefono, la porta chiusa in questo modo è rimasta sempre aperta.

Come hai capito che questa era la tua strada?
Io inizialmente volevo sposarmi, avere dei bambini. Poi, mentre facevo l'università, il 5 maggio 2001 entrai in una chiesa e capii che la mia strada era un'altra. Quello che avevo sempre cercato era una donazione diversa, quella che Dio aveva pensato per me.
Quello che mi ha portato ad entrare qui essenzialmente è stato l'amore per l'uomo, perché io ho incontrato il Signore attraverso la sofferenza degli altri. Il mio risveglio della coscienza sono stati due incontri fondamentali durati appena mezz'ora…

Puoi raccontarceli?
Avevo vent'anni, una mia amica mi dice che un ragazzo stava morendo di Aids in un paese vicino al mio. Io l'accompagno in una povera stanza e questo ragazzo, Ovidio, era a letto. Si vedeva dalle foto appese, che era stato un ragazzo bellissimo, anche se in quel momento era distrutto dalla droga, dal sesso, e da altro. Ed io lì non ho potuto far altro che sedergli accanto e baciarlo.
E quel gesto mi ha cambiata dentro profondamente. L'anno dopo, facevo tirocinio al Sert come assistente sociale, una mattina si presentò un ragazzo accompagnato dalla mamma, da un anno libero dalla droga.
Spiegava che stava tornando a vivere le emozioni e a non averne paura.
Questo suo discorso mi ha dato un senso di resurrezione fortissimo. Dio ha parlato così nella tua vita.

Oggi in che modo continua a farlo?
Innanzitutto, all'interno della fraternità, nel senso che quello che Dio dice a me attraverso le sorelle passa attraverso quello che ci scambiamo: gioie e dolori. È il fratello, la sorella che mi rimanda quello che io sono e quello che molte volte Dio vuole da me e che forse io non voglio vedere.

Come si cresce nell'incontro con lui?
A me è successo con il perdono, quando sono riuscita con la grazia di Dio a fare un passo nel perdonare me stessa e poi anche gli altri. E poi anche l'umiltà, che si impara accettando anche di essere in quella situazione, in quel posto in cui tu non avresti mai voluto stare… La fraternità è croce e delizia, croce intesa però come mistero pasquale, come il passaggio da una piccola morte ad una nuova rinascita.

Per suor Chiara, "coscienza è..."
Coscienza è l'amore per gli altri.


Suor Chiara
NP Focus
giugno / luglio 2021

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