Paolo Conte - Il nostro amico Angiolino

Pubblicato il 12-03-2023

di Gianni Giletti

Davvero mi chiedo, ogni volta che ci casco, come fa Paolo Conte, da una canzone che zoppica, una spernacchiata, un testo improbabile, un piano che beccheggia… ripeto, mi chiedo come fa a tirarne fuori un brano che non ti lascia più andare, ti perseguita per giorni finché, esausto, ti molla lì e veleggia verso l’orizzonte.
È un mistero, mi dico che non mi faccio più fregare… e poi ci ricasco, implacabile.
Sarà la poesia, che straripa da questa canzone, perché costruisce e poi ti appioppa un sentimento indefinibile, ma bellissimo.
Sarà la voce, sabbiosa, impervia, scontrosa.
Sarà il piano melanconico…
Oh, sarà quel che sarà, ma io la risento.
Play.

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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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