GUINEA BISSAU

Pubblicato il 30-04-2021

TANTE PRIME VOLTE

Una presenza che costruisce fiducia e porta soluzioni per la vita delle persone, infrange passo passo il circolo vizioso della miseria.

E una comunità diventa sempre più consapevole e capace di gestire una realtà fatta di tante cose al servizio di ciascuno e di tutti.          

Progetto attivo dal 2007, e a continuare

C’è sempre una prima volta. Per gli abitanti di N’tchangue, 40km dalla capitale, ad esempio, è stato di recarsi in un dispensario, proprio nel loro villaggio.

Che da sempre e fino a poco fa, è stato privo di una struttura di assistenza sanitaria dove poter effettuare visite, medicazioni, consultazioni su malaria e altre patologie endemiche, vaccinazioni, controlli durante e dopo la gravidanza, avere assistenza in caso di difficoltà del parto e aiuto per il trasferimento in qualche modo nel più vicino ospedale (40 km), in caso di complicanze.  La situazione era grave ma consueta per la Guinea Bissau, piccolo Paese africano un tempo avamposto portoghese - diversi colonizzatori, diverse Guinee, che per distinguersi hanno dovuto incorporare nel nome quello della loro capitale -, e poi dall’indipendenza e tuttora, scosso da vicende politiche molto agitate, che contribuiscono a relegare nell’immobilità la vita, specie delle aree rurali, e a collocarsi come quarto Paese più povero al mondo.

 

CREARE AUTONOMIA

Il circolo vizioso della miseria si può però infrangere. Per diversi mesi ogni anno si recano nella zona i volontari dell’Associazione Abala Lite Onlus - ‘come stai?’ nella lingua Balanta. Portando di volta in volta delle novità. Niente si fa però senza l’assenso e il concorso attivo della comunità locale: un lavoro paziente, appassionante. Da allora siamo sempre al loro fianco, condividendo diverse competenze tecniche – anche con l’intervento sul campo di amici esperti che hanno potuto di volta in volta individuare e sviluppare le soluzioni più adatte - e elementi delle realizzazioni – fotovoltaico, pompe, materiale scolastico, laboratori di cucito, aule informatiche per scuole secondarie…

Il metodo è di proporre il nuovo dalla sperimentazione diretta dei volontari. La gente, le donne soprattutto, sempre le più attente e propulsive, vedono il lavoro e i suoi risultati, apprezzano, e vogliono emulare.

Con interventi educativi adatti si promuove il coinvolgimento nella gestione delle iniziative, innovative in termini di varietà coltivate e di tecniche di coltivazione: gli orti prima, la piscicoltura in piccole lagune adattate allo scopo, poi la frutticoltura, poi culture commerciali come l’anacardo (cajù), organizzando opportunità di mercato per quanto prodotto. Passo successivo, formare un’associazione di coltivatrici per gestire le attività e organizzare una rete di vendita non occasionale, costituire un fondo cassa per l’acquisto di sementi, attrezzi, antiparassitari e quanti altro serve per una buona pratica agricola. Il ruolo dei volontari è creare una autentica e piena autonomia.

La continuità d’azione è assicurata anche dal coinvolgimento della Missione Francescana; allargando   così ad essa l’ambito d’azione, così come al suo villaggio, ospedale, scuola, alla rete sempre più articolata con altre associazioni e autorità del territorio.

 

REALIZZARE E FORMARE