Fine Lockdown di speranza

Pubblicato il 01-06-2020

 

Un fruscio nel silenzio della fatica del passamano si impone. Diventa insistente. Tanti volontari, attorno a un Tir, in una catena umana, sta passandosi tra le mani una montagna di scatole di pasta. E’ come se quella pasta, nel movimento dello spostamento, incominciasse a farsi sentire come nel bollore di una pentola.

E’ sabato mattina. Il sabato del VillaggioGlobale è iniziato presto oggi: alle 9. Si carica il primo TIR per la Romania affamata di padre Albano, dopo il lockdown. Tutti mascherati e distanziati. Si impiega più del doppio del tempo di prima: è una delle conseguenze di questa epidemia. Accettabile pur di riuscire a far partire questo carico prezioso alla volta di persone affamate molto più del normale. In Romania il virus non ha ucciso tanto come in Italia, ma la fame che ha generato è molta di più che da noi.

Provo a fare una battuta per sottolineare il fruscio della pasta in movimento. “ Quando Qualcuno, il più tardi possibile … vi chiederà se gli avete dato da mangiare quando aveva fame, ricordategli questo rumore, magari si metterà pure a ridere e l’esame finale finirà lì”.

Si sosta per il pranzo per riprendere con altri volontari e altre attività alle 14, ed il primo TIR di un tempo che non ci immaginavamo quando eravamo chiusi in casa, parte.

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