La creatività dei poveri

Pubblicato il 16-11-2023

di Gianfranco Cattai

Grazie all’amico Edo Gorzegno ho letto di un’esperienza indiana che mi ha fatto riflettere. Edo insieme a Giorgio Ceragioli (e altri anche tra di noi) avevano collaborato anni or sono con il movimento ASSEFA, una delle associazioni indiane pioneristiche nel settore dello sviluppo, che negli ultimi 55 anni ha lavorato per il miglioramento delle condizioni dei poveri provenienti dalle zone rurali, con il supporto delle sue 100 organizzazioni di comunità.

Grazie a Franco Giordano di Alessandria abbiamo saputo dell’esperienza dei “matrimoni co-munitari”. Il 23 agosto si è tenuto il matrimonio comunitario di 108 coppie. Le coppie appartengono alla religione indù e cristiana, sono di caste differenti e provengono da settori economicamente vulnerabili. Questo evento, organizzato da ASSEFA, dimostra di essere un'opportunità unica per promuovere valori di solidarietà, collaborazione e sostenibilità tra gli abitanti dei villaggi.

Questa iniziativa ha permesso a diverse coppie di unirsi in matrimonio senza l'inevitabile onere finanziario che spesso comporta un matrimonio tradizionale. In India il matrimonio tradizionale è molto dispendioso per le famiglie degli sposi perché vi è l'obbligo per la sposa della dote e questo è un grosso problema per i poveri che spesso devono indebitarsi. Per questo motivo ASSEFA organizza da molti anni matrimoni collettivi, che non comportano oneri economici per gli sposi: sono infatti i gruppi di auto-aiuto delle donne dei villaggi a coprire tutte le spese necessarie. Oltre a alleviare il peso finanziario, questa pratica ha creato un senso di solidarietà all'interno della comunità, poiché tutti i membri si sono uniti per sostenere attivamente a questo importante evento.

Riporto questo esempio per due motivi. Il primo per testimoniare il valore di movimenti del terzo settore locale,. Il secondo per imparare noi a risolvere dei problemi e dei bisogni essenziali con soluzioni innovative e a basso costo. Quando parliamo di welfare comunitario, di generatività, di esperienze dal basso dobbiamo pensare che la creatività di chi ha meno possibilità ci può insegnare molto.

Io spero che la raccolta delle Buone Pratiche in occasione della 50° Settimana dei Cattolici in Italia che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024 ottenga un grande successo da questo punto di vista.

«Le Buone Pratiche sono iniziative ideate, promosse e concretizzate da realtà di impegno sociale, gruppi e associazioni, ma anche istituzioni, imprese, pubbliche amministrazioni, che indipen-dentemente dal loro specifico settore di impegno e dalla loro forma giuridica, si impegnano nella cura del bene comune». In un periodo in cui siamo capaci di inventare il “lavoro povero” ne abbiamo proprio bisogno.

Gianfranco Cattai

NP Ottobre 2023

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