Agricoltura in alto mare

Pubblicato il 21-04-2024

di Carlo Degiacomi

Nei confronti dell’agricoltura, a volte, prevalgono aspetti “di cuore” da parte degli italiani: tante famiglie che hanno nonni e bisnonni originari della campagna vantano un sano orgoglio contadino. Sentimento importante che non può diventare l’unico metro di giudizio sulle proteste dei “trattori” in corso. La realtà contadina è un pezzo importante della società e occorre riflettere non sulla scia delle “agitazioni” tipiche del periodo prima delle elezioni, ma per costruire il futuro del Paese. La politica utile ai cittadini richiede scelte di governo e di buon senso per accompagnare le trasformazioni inevitabili, che si possono realizzare solo con un’opinione pubblica consapevole.

Occorre quindi superare alcune opacità.

1. I“Trattori” spesso non coincidono con il mondo contadino: sono minoranze, da dieci a qualche centinaio di mezzi, composte spesso da agitatori noti, come i “forconi” e frange politiche di vario orientamento, caratterizzati da sigle regionali e senza nessun coordinamento.

2. Ogni frazione avanza richieste “contro qualcosa” che di volta in volta diventano le sigle tradizionali come la Coldiretti, gli ambientalisti, le regole europee, la burocrazia, i controlli, i sussidi, i supermercati o i grossisti, l’ingresso di merci da altri Paesi. Tutte questioni che vanno approfondite e non scandite solo con slogan.

3. Ha favorito questo clima in una parte del Paese una certa disinformazione (spinta anche dalle sigle tradizionali delle associazioni contadine e dal ministero) su temi come la farina degli insetti e la carne “coltivata” che sarebbero la “fine” dell’agricoltura.

4. Gli argomenti “contro l’Europa” spesso ignorano che cosa hanno fatto e stanno facendo (in termini di sussidi e di euro) l’Europa e l’Italia (le Regioni) per dare un futuro all’agricoltura.

Per gestire una trasformazione innovativa di molti aspetti economici, sociali e anche ambientali, bisogna sapere che ci vuole tempo, senza rinvii, e che tale questione riguarda tutti, non solo il mondo contadino. Proviamo a dare uno sguardo d’insieme, andando oltre il clamore della protesta dei trattori.

L’Europa interviene nel settore con oltre 1/3 del bilancio: 1210 miliardi. La PAC (Politica Agricola Comune) finanzierà con oltre 386 miliardi fino al 2027 interventi rivolti a combattere le conseguenze della crisi climatica e ambientale. L’Italia riceve dall’Europa 37,1 miliardi dalla PAC a cui vanno aggiunti investimenti strutturali del PNRR con oltre 8 miliardi. Dentro ai fondi europei e alle loro regole ci sono e dovranno esserci aiuti, incentivi, detassazioni per intervenire sulle emissioni della co2 dei reflui dei grandi allevamenti; tecniche alternative all’abuso dei pesticidi; per favorire cooperazione, lavoro giovanile, attività integrative ai campi; per sviluppare tecniche biologiche e aziende bio vere; per innovare con strumenti tecnologici che riducono gli interventi di fitofarmaci e lo spreco di acqua; per intervenire sul risparmio d’irrigazione (goccia a goccia); finanziamenti agevolati per investimenti finalizzati e nuove strutture idrogeologiche. Teniamo anche in considerazione i fondi PNRR dedicati a infrastrutture (come invasi d’acqua) e alla diffusione di energie rinnovabili. Proposte non fondamentaliste e non dannose che però vengono spesso presentate in modo falso.

Qualche esempio. 1. Il grande tema del 4% di incolto che verrebbe “imposto” dall'Europa. Falso: nel 4% di terreno si comprendono fossati, margini dei campi, siepi, alberi, boschetti, stagni, muretti. Luoghi di riproduzione della fauna, di sopravvivenza di insetti utili, impollinatori e antagonisti di quelli dannosi. 2. Rotazioni dei terreni imposti dalla UE. Falso: ruotare le produzioni è essenziale per la fertilità e la redditività e per non impoverire il terreno. 3. Eliminare i pesticidi. Falso: favorire l’uso di fitofarmaci (pesticidi) meno tossici e aggressivi oggi disponibili, ridurre gli abusi, perché si disperdono sul terreno e inquinano le falde.

Il panico elettorale e un’opinione pubblica non sufficientemente preparata rischiano di farci fare gravi passi indietro per la sostenibilità, la salute e l’ambiente. Ad esempio, si è prolungato di 10 anni l’utilizzo del glifosato, sospetto di tossicità e di essere cancerogeno, è stata posticipata la scadenza entro 2030 della riduzione dei pesticidi ed è stato bloccata la scadenza di azioni della difesa della fertilità terreni (il 47% dei suoli in Europa è sotto i livelli di guardia, con meno del 2% di sostanza organica).

Il tema è complesso e merita ulteriori approfondimenti. Ne cito alcuni: approfondire i sull’agricoltura italiana (aziende e produzioni), verità sui sussidi sui carburanti e sulla tassa agricola IRPEF, la giusta remunerazione per i piccoli contadini, le regole al posto delle speculazioni nelle filiere, i dazi possibili sui prodotti esteri e le diverse agricolture in Europa.


Carlo Degiacomi
NP marzo 2024

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