In ascolto dei giovani

Pubblicato il 14-10-2018

di Gian Mario Ricciardi

di Gian Mario Ricciardi - La Chiesa verso il Sinodo dei vescovi.
Tutto è pronto. Le luci s’accenderanno a ottobre. L’ultima sfida di papa Francesco parte dai giovani. Il loro viaggio verso il futuro della Chiesa è stato sorprendente: un risveglio senza precedenti dopo la sonnolenza del consumismo e le ustioni della crisi.

Riempiono di idee e domande il sito in Vaticano, soprattutto riaccendono la gioia di credere. Nei loro incontri si respira l’entusiasmo delle prime giornate della gioventù volute da San Giovanni Paolo II. Parlano, propongono, pongono “le grandi questioni della vita”: da Torino a Manila. Sono ancora pochi, ma con le chiese sempre più vuote, possono essere un nuovo inizio, un’esplosione di fantasia.

Genuini e veri si sono reinventati gli oratori, per troppo tempo da molti dimenticati, li hanno fatti riaprire, lungo la settimana e la sera, alternativa alle panchine ed il resto; i campi scuola sono diventati luoghi di confronto per interrogarsi sulla fede, per ritrovare il silenzio, anche senza telefonino ed internet; per loro e con loro sono rinate attività per includere tutti. Ed oggi gli oratori hanno i colori del mondo. Si sono fatti agganciare nelle “estate ragazzi” raggiungendo le nuove esigenze e le cambiate sensibilità di quelli più piccoli di loro che, normalmente, dopo la cresima si dissolvono tra strade e bar. Sono stati nelle case di riposo per capire e sorridere con quelli che sono vissuti prima di loro. E l’hanno fatto con generosità in una vera esplosione di fantasia. Sono tornati a chiedersi «Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?».

Era ora che le comunità aprissero così le braccia per accoglierli, per costruire. Loro infatti sono i “sonar” che stanno registrando le voci e le idee nuove, gli interrogativi che portano ai valori forti della vita, quelli per i quali vale la pena vivere.
Nel loro piccolo hanno preparato una svolta (in parte simile a quella provocata dal Concilio Ecumenico Vaticano II voluto da Giovanni XXIII e concluso da Paolo VI, due papi santi). Allora venne rivalutato il ruolo dei laici, ora quello dei giovani che sono pronti (e molti già lo fanno) a gestire le mille braccia della solidarietà e dell’accoglienza senza paure; ad usare le nuove tecnologie per far conoscere la fede, e la serena consapevolezza del credere.

Certo faticano troppo a trovare lavoro. Però con le loro “app” hanno dato i primi scossoni ad un mondo tramortito dalle crisi e lo faranno anche con la Chiesa con la loro freschezza disarmante.
Stanno facendo “cammini” verso Roma come i viandanti e i pellegrini di un tempo realizzando la più grande contaminazione di razze e culture degli ultimi tempi.
Riscoprono i santi di ieri e costruiscono quelli di domani e, soprattutto, aggiungono respiro forte alle generazioni come le nostre che l’hanno avuto sempre più debole, fievole e stanco. Loro sono il futuro e saranno anche il volto dell’ottimismo della Chiesa. È un appuntamento con la Storia: guai a perderlo.

Gian Mario Ricciardi 
TODAY
Rubrica di Nuovo Progetto 

 

 

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