Cammini di speranza

Pubblicato il 19-01-2024

di Gian Mario Ricciardi

Tra i riflessi del sole, si respirano e intravedono, insieme, le bellezze e le angosce del mondo, le raffinatezze del creato, le nefandezze firmate dall’uomo. Dietro quel foliage così ricco, così intenso, solo per un attimo si rivedono le bestialità della guerra in Ucraina, i bimbi morti, i palazzi rasi al suolo, gli occhi sbarrati delle madri, l’andirivieni mesto negli ospedali, gli spostamenti nelle trincee per evitare missili e mine. Certo, aggressione della Russia, risposta legittima, ma il risultato sono quelle ultime fotografie che vengono rilanciate dai fronti.

Poi, magari, in un pomeriggio di una bellezza rara a novembre, ecco stagliarsi, oltre le file variopinte delle vigne, l’orrore del Medioriente: il terribile attacco terroristico di Hamas con bambini e uomini giustiziati malamente di casa in casa, la risposta di Israele mai così cruenta.

È una tristezza quella che arriva dalle immagini, spiattellate a ogni ora del giorno e della notte, in miliardi di case. È naturale chiedersi come il tutto sia possibile. Non c’è risposta. L’unica per noi, uomini di strada e di famiglia, è un pensiero “alto” a quel Dio che speriamo continui a illuminare i nostri passi tra ricadute di guerra e sete di pace.
Sì, quest’anno, i colori così rari dell’autunno sono schermo e immagine di un mondo che si sta trasformando in fretta, troppo in fretta. In quelle “cinquanta sfumature” di giallo, rosso, vermiglio e, forse, anche un po’ d’azzurro c’è il respiro affannato d’un pianeta violentato dall’uomo per troppo tempo, c’è l’eccessivo cemento, ci sono i fiumi e i torrenti esondati, le case allagate, i morti, i disastri, ora, purtroppo, così violentemente ravvicinati. Però, nelle nervature di quelle foglie che, poi, raccontano milioni di storie, le nostre, c’è anche la grande nuova ondata di sensibilità lanciata da papa Francesco con Laudate si’ e Laudate Deum, un aiuto fondamentale al mondo per riscoprire la bellezza del creato che, girando tra un colle e un rapido pendio, si respira a pieni polmoni. È l’inizio, ma un buon “nuovo inizio”.

Certo, tra le “piste di colori” nelle ampie distese di pianura, nelle valli strette, nelle rocche, nelle geometrie irripetibili di Langhe, Roero, Monferrato, ci sono (ben nascoste nei chiaroscuri) le grandi attese di tutti o di molti: c’è una sanità pubblica malata e in profonda crisi; i pronto soccorso che (in qualche caso) sembrano l’anticipo di gironi infernali nonostante le nuove scelte, l’impegno e la fantasia degli amministratori; le liste d’attesa che saranno pure un male del dopo Covid, ma restano ancora compatte a tutto vantaggio dei privati (a pagamento); i trasporti mitragliati dagli aumenti; la difficoltà di trovare medici di base e con loro i vaccini; la mancata occasione di farne uno solo per influenza e Covid; il “caro-vita” che, nonostante i bonus, ferisce tutti.

Però là, molto in là, tra le bellezze del giallo paglierino delle foglie, il verde intasato dallo smog, il rosso minaccioso c’è, almeno oggi, una sfumatura di bellezza, di purezza, di equilibrio, di sobrietà, d’autenticità che può aiutare. «C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico… sento che sono intorno nate le viole» (Giovanni Pascoli, L’aquilone). Certo, rinasceranno! Oltre il foliage, c’è il Natale! Un Natale di pace.


Gian Mario Ricciardi
NP dicembre 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok