Vittime

Pubblicato il 18-12-2023

di Renzo Agasso

Yitzhak Rabin (1922-1995), generale e primo ministro di Israele, premio Nobel per la pace, visitando Auschwitz il 20 aprile 1993, pronunciò queste parole: «Ogni pugno di terra, in questo luogo maledetto, è inzuppato del sangue delle vittime.

Ognuna delle baracche ora silenziose di questo terribile campo ha udito le grida dei torturati. Ogni parete divisoria, qui, è un muro del pianto. Ogni filo spinato arrugginito di questa città di morte reca tra gli aculei i corpi esangui dei nostri fratelli, e il vento, qui, porterà sempre sulle sue ali il fumo dei forni.

Davanti alla fame, all’isolamento, all’umiliazione, al freddo e alle torture, chi si sarebbe potuto comportare diversamente? Non andarono al macello come agnelli. Qui andò alla morte una nazione abbandonata, un popolo lasciato a se stesso. Sono passati cinquant’anni, e le urla ci lacerano ancora i timpani. Anche se il pozzo delle lacrime si è asciugato tanto tempo fa, noi non dimentichiamo e non perdoniamo.

Gli occhi impauriti dei fratelli che lasciarono il mondo dei vivi senza sapere perché, i loro sguardi furtivi che cercavano una salvezza destinata a non venire, le loro grida, le loro lacrime e il loro pianto soffocato ci risuonano ancora nelle orecchie. Tutti i nostri annali, dall’alba dei nostri giorni all’eternità, svaniscono davanti all’ombra del più orrendo crimine della storia.

Ovunque andiamo in Israele, la memoria dell’Olocausto, con il dolore che ci ha causato e le lezioni che ci ha insegnato, cammina con noi. Non ci siamo spezzati. Nonostante la condizione inerme di chi fu qui, nonostante la nera disperazione e la marcia verso i luoghi della morte – la forca, le camere a gas e gli inceneritori – la nazione di Israele vive! Siamo sorti dalle ceneri delle vittime e abbiamo creato una nazione, uno stato ricco di qualità morali, culturali e intellettuali, e dotato di potenza militare. Oggi, a cinquant’anni di distanza, abbiamo abbastanza forza e abbastanza risorse spirituali da affrontare gli imperativi del tempo, da respingere i nemici, da costruire una casa e da concedere asilo ai perseguitati. E abbiamo abbastanza forza e abbastanza spirito da sconfiggere chiunque voglia il male, e da tendere la mano ai nostri nemici in segno di pace».

Yitzhak Rabin cadrà ucciso da un fanatico ebreo nemico della pace. Dopo altri trent’anni, siamo ancora ad Auschwitz. Non abbiamo imparato nulla. La terra di Gesù sempre “inzuppata del sangue delle vittime”.

Renzo Agasso

NP Novembre 2023

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