Un ospedale per Haiti

Pubblicato il 11-08-2012

di Redazione Sermig

a cura della redazione - Il Sermig dona 100mila euro ai padri Camilliani di Jeremie.

 

 

 vanno coQuindici posti letto, pronto soccorso e day hospital, sala operatoria, farmacia, radiologia, laboratorio analisi. È già in costruzione il nuovo ospedale dei padri Camilliani a Jeremie, ad Haiti. Sarà specializzato nella cura, anche chirurgica, delle lesioni cutanee gravi e diventerà un presidio sanitario fondamentale nella fase del dopo terremoto. 


p. Massimo Miraglio con alcuni ragazzi di JeremieIl Sermig di Torino sostiene il progetto con un finanziamento di 100mila euro, consegnati da Ernesto Olivero a padre Joaqim Cipriano, responsabile dei Camilliani in Piemonte e Liguria. La somma è stata raccolta attraverso il tam-tam della solidarietà, che spesso mobilita tante persone di buona volontà, con l'intento di soccorrere la popolazione di Haiti duramente provata dal sisma del 12 gennaio. 

Il nuovo ospedale sorgerà a Jérémie (50.000 abitanti, un milione nella regione), capoluogo del dipartimento della Grand´Anse. La scelta di insediamento a Jeremie non è stata casuale: si tratta di una delle zone più povere di un Paese già in condizioni di miseria. La scarsità delle infrastrutture e il loro deterioramento hanno lasciato la zona priva della possibilità di essere raggiunta via strada dalla capitale; le ultime decine di kmperte con un precario traghetto via mare. Ogni rifornimento di materiali, anche i più essenziali, diventa difficile, e richiede molto tempo. E viene così inibito anche ogni tentativo di far crescere qualsiasi iniziativa di carattere economico. Con il terremoto del 2010, a Jeremie, si sono concentrati moltissimi profughi, privi di ogni sostentamento. Ad aggravare la situazione, l'epidemia di colera che solo negli ultimi giorni ha mietuto 500 vittime.

si scaricano i ponteggi per la costruzione del nuovo ospedale Nel corso degli ultimi anni, il Sermig ha mantenuto una continua collaborazione con i religiosi Camilliani della Provincia Piemontese a sostegno della loro azione locale e delle loro missioni in Georgia, Armenia, Haiti, che sono vissute in specifico attraverso un servizio in campo sanitario e sociale. Una serie di interventi si è riversata su molti aspetti della vita di Haiti in seguito al terremoto del gennaio 2010 che ha coinvolto 3 milioni di persone su una popolazione di 9 milioni, provocando circa 500mila vittime e danni materiali altissimi, ma difficile da quantificare.

I religiosi Camilliani della Provincia Piemontese sono presenti ad Haiti dal 1995: una presenza che non può certo rispondere ad ogni problema, ma il cui servizio vuole testimoniare innanzitutto amore per gli abbandonati, e la possibilità tangibile di costruire un po' di speranza dove non sembra immaginabile. In una delle zone più degradate della periferia di Port-au-Prince, hanno realizzato e gestiscono il Centro socio-sanitario "Foyer Saint Camille". Rivolto agli adulti e ai bambini, si prende cura in particolare di questi ultimi, vittime di un'ampia e grave denutrizione, malattie, disabilità a causa di malattie infantili o incidenti; alta anche la percentuale di giovani, bambini e donne colpiti da tubercolosi e AIDS.

 

SCHEDA: Superficie: 27.750 Kmq. Abitanti: 9.600.000. Prodotto Nazionale Lordo pro-capite: USD 480. Speranza di vita alla nascita: 53 anni. Mortalità nei primi 5 anni di vita: 120 per 1000. Popolazione in condizioni di povertà: 80%. Analfabetismo adulto: 47%. Forza lavoro: 66% gricoltura, 9% industria, 25% servizi. L'1% della popolazione controlla il 50% della ricchezza del Paese.

IL PAESE - Nell'isola di Hispaniola già primo punto di approdo degli "scopritori" del nuovo mondo e di cui occupa circa un terzo del territorio, la repubblica di Haiti nasce nel 1804 dalla rivolta delle centinaia di migliaia di schiavi africani importati nelle ricche piantagioni dai colonizzatori francesi. Le promesse di questa che fu la prima epica esperienza di decolonizzazione nel mondo, saranno frustrate nella sua storia da violenza politica, malgoverno, e conflitti regionali: Haiti, risucchiata in un vortice di povertà, degrado ambientale, instabilità, è oggi il Paese più povero dell'America Latina. Sono tristemente famigerate le lunghe dittature che nella seconda metà del '900 si sono succedute prima con François "Papa Doc" Duvalier, e poi suo figlio Jean Claude "Baby Doc"; un trentennio di terrore in cui decine di migliaia di oppositori vennero sistematicamente eliminati. Nel 1990 inizia il difficile tentativo di democrazia col presidente Aristide ma, ancora in questi ultimi anni una quasi guerra civile per deporlo, l'embargo internazionale durato tre anni, calamità naturali - cinque cicloni solo da agosto a settembre 2008 - che ricorrono ora con ancora maggiore frequenza, hanno continuato a creare una situazione di miseria e disperazione per la massima parte della popolazione dell'isola.

HAITI È oggi un Paese alla deriva. Il suo territorio è in larga parte montagnoso, densamente popolato, e deforestato; il collasso delle infrastrutture lascia poco accessibili diverse sue zone. La vulnerabilità ambientale amplifica le conseguenze dei cicloni che colpiscono con ricorrenza l'area. Molto grande la disparità tra i pochissimi abbienti e la gran parte della gente che vive in totale precarietà. Chi ha un lavoro - che manca al 70% della popolazione in età lavorativa - deve provvedere mediamente ad una famiglia allargata di 10 persone; la quasi unica risorsa è una piccola agricoltura di sussistenza, oltre all'ampia emigrazione clandestina verso la vicina Repubblica Dominicana. Nella totale insufficienza di infrastrutture, energia elettrica, acqua potabile e sistema fognario, il livello di igiene è subumano. E altrettanto insufficienti sono le strutture sanitarie. Malnutrizione e malattia ne sono per molti le conseguenze. Nella cultura locale resta molto vasta l'influenza della tradizionale religiosità Voodoo. Ma ancora il Paese è vittima di vasta illegalità, corruzione, violenza politica e banditismo. Non si conosce ancora l'esito definitivo delle recenti elezioni presidenziali, che si sono svolte in un contesto fortemente critico a causa dell'epidemia di colera che ha provocato migliaia di vittime.

 

 

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